(di Tiziano Rapanà) Non è più il tempo dei due corsari della musica italiana, Gaber e Jannacci, che negli anni cinquanta cazzeggiavano con il leggero desiderio di bere una birra. Di quel brano, pezzo di archeologia che certificava l’alba del rock and roll nostrano, resta la celebrazione fatta dai pubblicitari per la Birra Dreher, in uno spot di qualche lustro fa. I tempi cambiano, ma resta l’amore per una delle bevande più antiche prodotte dall’essere umano. L’amore non è tuttavia più quello canonico di una volta, adesso il consumatore posa il suo sguardo anche sulle birre prodotte dalle aziende agricole. In questi anni, i birrifici agricoli in Italia si sono diffusi con particolare intensità, aumentando del 200% in soli sei anni, passando dalle 86 unità del 2015 alle 264 del 2021. Anche in Toscana la crescita è stata significativa: si è passati da 6 agribirrifici con 7 addetti, a 20 agribirrifici con 48 addetti. Così dicono i dati, raccolti dall’Osservatorio nazionale sulle birre artigianali (ObiArt) del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’università di Firenze, che verranno presentati nel corso dell’incontro sul progetto “Qualibirre” in programma giovedì 18 novembre presso Villa Montepaldi a San Casciano in Val di Pesa. Si tratta di un’espansione rilevante, un processo che non è stato ostacolato dalla pandemia. In questi anni c’è stata una progressiva diversificazione della produzione per molte aziende agricole che hanno accettato di rivedere la silhouette del loro futuro, cambiando il proprio assetto dal punto di vista produttivo, gestionale, e in alcuni casi strutturale. Gli agricoltori hanno così risposto alla domanda crescente dei consumatori, che apprezzano la birra artigianale. Oggi gli acquirenti prediligono un prodotto che esprima compiutamente la creatività e la qualità di un territorio. Nei sei anni presi in considerazione dall’ultimo report del 2015, i birrifici in Italia sono sostanzialmente raddoppiati, passando dai 649 del 2015 ai 1.253 del 2021, con un numero di addetti che nello stresso periodo è aumentato del 30,7% (7.893 contro i 10.315). In questi ultimi tempi sono nate varie birre artigianali. Io vi segnalo il debutto in società della Ethernal Summer, prodotta dall’azienda Birra dell’Eremo. Si propone con una spinta vellutata e un’ abbondante schiuma ed è figlia della collaborazione con Yakima Chief Hops e Mr Malt. Il “concepimento” avviene su una base massiccia di avena e frumento, che donano al prodotto un corpo morbido e setoso. Successivamente, in fase di maturazione, si inserisce un grande quantitativo di luppolo di nuova generazione. La birra presenta una peculiarità che si palesa all’olfatto del bevitore, inebriato da note tropicali di ananas e papaya con sfumature di pesca.