Innalzato un muro dagli esponenti del M5S e Pd, si attende un secondo round
Quello che vede coinvolto il Consiglio dei ministri è davvero un duro braccio di ferro, fulcro dei dissapori: il reddito di cittadinanza. I ministri di Lega (Giancarlo Giorgetti), Forza Italia (Renato Brunetta) e Italia Viva (Elena Bonetti), avrebbero proposto di modificare profondamente il testo che, da sempre, è il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle.
Il grillino Stefano Patuanelli ha difeso strenuamente la misura, aiutato in questo dal ministro dem Andrea Orlando e dallo stesso premier Mario Draghi. Alla fine della diatriba, la formula alla base del reddito di cittadinanza non è stata modificata. Le cause alla base delle rimostranze degli oppositori riguardano la mancata efficienza circa la spinta all’occupazione della manovra dei grillini.
Fonti di governo affermano che il decreto alla base del reddito di cittadinanza toglie risorse al reddito di emergenza (90 milioni), all’accesso anticipato al pensionamento per lavori faticosi e pesanti (30 milioni), all’accesso al pensionamento dei lavoratori precoci (40 milioni) e ai congedi parentali (30 milioni).