Firenze, 316 cantine recensite, 32 Chiocciole, tra cui le new entry Fornacina, Petrolo e Pian dell’Orino, 110 Top Wine e 66 video realizzati in vigna e cantina dai collaboratori e accessibili direttamente dalla guida tramite QRCode. Sono questi alcuni dei tratti salienti che l’edizione 2022 di Slow Wine delinea rispetto alla Toscana. La guida alle migliori cantine italiane secondo Slow Food, giunta alla dodicesima edizione, sarà disponibile in tutte le librerie dal 13 ottobre e online sullo store di Slow Food Editore e vede il ritorno di due delle principali caratteristiche, sospese a causa della pandemia nel 2020. Innanzitutto, la visita dei collaboratori alle cantine. Unica nel panorama delle guide al vino, infatti, Slow Wine non si limita a degustazioni ma, grazie alla capillarità degli oltre 200 collaboratori presenti in tutta l’Italia, visita i filari e le cantine delle aziende recensite. A questo si aggiunga il ritorno del riconoscimento più identificativo della guida: le Chiocciole, ovvero il simbolo assegnato a una cantina per il modo in cui interpreta i valori organolettici, territoriali e ambientali in sintonia con la filosofia di Slow Food. Inoltre, il ritorno in vigna e cantina ha permesso ai collaboratori di realizzare 485 video brevi (della lunghezza di 5/10 minuti), veri e propri prodotti digitali scaricabili grazie ai QR Code pubblicati sulla guida stessa che permettono al lettore di visitare virtualmente le aziende. Il video di Antonio Camillo – Manciano (Gr). Il quadro d’insieme evidenzia una Toscana in gran forma. Una Toscana che di fronte alla contingenza nefasta e perdurante della pandemia e delle conseguenti ripercussioni commerciali ed economiche a livello globale ha risposto a suon di vini parlanti, dove sempre più residuale si è fatta la quota di prodotti apolidi e fin troppo concilianti verso il gusto internazionale, e decisamente preponderante quella dei vini che intendono esprimere qualcosa riguardo alla terra da cui provengono. Una cifra espressiva che insegue la trasparenza, il dettaglio, l’equilibrio espositivo, il contrasto gustativo. e soprattutto la dignità territoriale, la quale, indipendentemente dal tasso di complessità assunto, rimarca sempre e comunque una certa unicità. Ed è proprio su questa individualità di matrice territoriale che a nostro avviso si fondano i presupposti per poter sancire una reale distinzione di merito. La Toscana della contemporaneità, da questo punto di vista, può davvero dire la sua con autorevolezza. Scopri su Slowfood.it/slowine tutti i dettagli di tipologie, annate e zone di produzione e tutti i riconoscimenti che Slow Wine ha assegnato alle aziende toscane.