La produzione italiana di macchine utensili crescerà nel 2021 del 22%, a 6,3 miliardi di euro, mentre l’export salirà del 19% rispetto al 2020, a 3,4 miliardi. Queste le previsioni elaborate dal Centro Studi di Ucimu, l’associazione di settore, che ha rivisto al rialzo le stime presentate prima della pausa estiva; allora si prevedeva una crescita del 10,9% della produzione e un +9,4% dell’export.
Le stime sull’andamento del 2021 sono state diffuse durante la presentazione di Emo, il salone internazionale dell’industria costruttrice di macchine utensili, robot, automazione, tecnologie digitali e additive, in programma a Fieramilano Rho da lunedì 4 ottobre a sabato 9 ottobre. Emo torna a Milano dopo sei anni e costituisce il primo appuntamento espositivo di caratura internazionale per il settore dopo quasi due anni di stop. Ritenuta appuntamento di riferimento per gli operatori internazionali dell’industria manifatturiera, la manifestazione conta 700 espositori, da 34 paesi, il 60% dei quali esteri. Nei 6 padiglioni allestiti per l’evento trovano spazio 3.500 macchine, per un valore di oltre mezzo miliardo di euro. Attesi visitatori da oltre 50 paesi. Tornando all’andamento del 2021, secondo l’elaborazione di Ucimu su dati Istat, nei primi sei mesi principali paesi di destinazione dell’offerta italiana di macchine utensili sono risultati: Germania (+64,4%), Stati Uniti (+8,7%), Cina (-16,5%), Polonia (+77,8%) e Francia (+1,6%). Decisamente vivace, informa una nota, è la domanda italiana con il dato di consumo che dovrebbe attestarsi a 4,6 miliardi di euro, il 28% in più rispetto al 2020. Questo risultato farà da traino sia per le consegne dei costruttori in Italia – che segneranno un incremento del 25%, attestandosi a 2,9 miliardi di euro – sia per le importazioni che cresceranno, del 33%, attestandosi a 1,7 miliardi di euro.
Barbara Colombo, presidente Ucimu, ha affermato: “Anche alla luce dell’andamento degli ultimi mesi e, in particolare, della raccolta ordini dei costruttori italiani, abbiamo dovuto rivedere le previsioni di chiusura 2021 presentate in occasione dell’assemblea dell’associazione del luglio scorso perché non erano più aderenti alla realtà.
I riscontri ottenuti nella raccolta ordinativi da parte dei costruttori italiani danno un outlook positivo non solo per la chiusura del 2021 ma anche per i primi mesi del 2022”.
L’indice degli ordini raccolti dai costruttori italiani nel secondo trimestre dell’anno, ultimo dato disponibile, evidenzia una crescita decisa pari al 187% rispetto al secondo trimestre 2020 (che però comprende aprile, mese di stop per il lockdown). Gli ordini interni sono cresciuti del 368% e gli esteri del 132% rispetto al periodo aprile-giugno 2020.
È risultata in crescita anche la capacità produttiva il cui indice ha sfiorato l’80%. Il dato risulta superiore a quello registrato nell’ultimo trimestre 2019. Anche il carnet ordini è cresciuto a 7 mesi, tornando così, di fatto, sui livelli record del 2018. In media di anno (6 mesi) l’indicatore si attestato a 6,8: anche in questo caso il dato è molto vicino a quello registrato nel 2018.
“Alla luce di queste rilevazioni – ha concluso la presidente di Ucimu – possiamo dire che il momento economico per il nostro paese così come per il settore è decisamente favorevole anche grazie alla disponibilità degli incentivi governativi previsti per chi acquista nuova tecnologia di produzione, 4.0 e tradizionale”.