Gli italiani, dopo la pandemia, cucinano di più in casa, sono più attenti ai prezzi degli alimenti e sprecano meno cibo. È quanto emerge dalla ricerca “Le nuove abitudini alimentari che rimarranno dopo la pandemia”, presentata questa mattina a Torino alla sesta edizione del Festival del Giornalismo Alimentare. L’indagine è stata effettuata nel periodo compreso tra il 9 e il 15 settembre, attraverso un questionario online, su un campione di consumatori di età compresa tra i 25 e i 79 anni di età, rappresentativo della popolazione per quanto riguarda sesso, età ed area geografica. La ricerca rivela come, dopo il lockdown e dopo il momento più duro della pandemia, in questo periodo di lenta ripartenza alcune abitudini siano ormai diventate consuetudine e destinate a consolidarsi anche dopo l’emergenza sanitaria. Il 23% degli italiani, infatti, cucina più spesso a casa rispetto al periodo pre-pandemico. Anche le modalità di acquisto del cibo sono sensibilmente modificate, andando in due diverse direzioni all’apparenza antitetiche: secondo l’indagine gli acquisti online sono cresciuti del 14% mentre gli acquisti nei negozi di vicinato sono aumentati di ben il 19%. Inoltre, le persone che sprecano cibo rispetto al pre-pandemia sono scese del 17%, a dimostrazione di una maggior sensibilità nei confronti dell’ambiente rispetto a prima. Al momento degli acquisti, infine, l’attenzione verso i prezzi è cresciuta del 17%, verso la salubrità dei prodotti del 19% e verso la loro sostenibilità del 30%. Uguale sensibilità viene mostrata nei confronti di alimenti prodotti localmente, con una crescita del 27%.