Nel 2020 il Covid ha prodotto un rallentamento del non-food: con 93,5 miliardi di euro di vendite, il calo è stato del 9,5% rispetto all’anno prima. Negli ultimi anni si era registrata una crescita lenta ma costante, arrestata ora dalle diverse abitudini degli italiani. L’Osservatorio non food di GS1 Italy ha analizzato 13 comparti.
“Il 2020 è stato un anno caratterizzato dal protrarsi dell’emergenza legata al Coronavirus, che, attraverso chiusure forzate e timori sanitari, ha modificato molte abitudini di consumo soprattutto per i prodotti non alimentari – ha detto Marco Cuppini (nella foto), research and communication director di GS1 Italy – Il non food ha subito un forte rallentamento in quasi tutti i comparti, ma alcune famiglie di prodotti hanno visto un’accelerazione delle vendite, altri una reale rinascita. Anche le modalità di acquisto sono cambiate. L’e-commerce è diventato il canale preferenziale, benché i negozi fisici siano rimasti un punto di riferimento insostituibile per molte tipologie di prodotti non alimentari. Alla luce di quanto accaduto nel 2020, qualcosa andrà ripensato nel grande mondo del non food, perché la realtà mutata con cui il consumatore ha dovuto fare i conti durante la pandemia ha lasciato una traccia profonda, spesso arricchita anche da una nota di soddisfazione, esperienziale e personale, nel confrontarsi con le nuove tecnologie digitali”.
Nel 2020 il fenomeno dell’”upgrading” tecnologico domestico si è fermato e la rinuncia agli acquisti ha accomunato 11 dei 13 comparti merceologici rilevati nell’Osservatorio non food. Gli unici due ad aver chiuso il 2020 con un incremento delle vendite sono stati l’edutainment (il settore che raccoglie dei prodotti di formazione e di intrattenimento, quali film, libri, videogiochi e supporti musicali, avanzato di +9,4% sul 2019, e l’elettronica di consumo (che raccoglie telefonia, hardware, elettrodomestici, fotografia, multimedia storage) che ha ottenuto un +6,3% rispetto all’anno precedente.
Tra gli 11 comparti merceologici in calo annuo, la riduzione delle vendite è stata registrata anche con valori che vanno dal -2% dei prodotti di automedicazione al -17,5% degli articoli per lo sport. Il crollo più pesante del 2020 è stato quello di abbigliamento e calzature: non solo perché ha avuto il maggior calo percentuale degli acquisti (-26,5%) di tutto il non food, ma anche perché ha perso il maggior incasso in termini assoluti. Nel 2020 l’elettronica di consumo ha sorpassato il mondo dell’abbigliamento e calzature diventando il comparto più importante nel non food per valore delle vendite.