Sono passate poco più di due settimane dall’appello del presidente della Repubblica popolare cinese che ha chiesto alle aziende cinesi private una svolta socialista nella politica economica del Paese. Xi Jinping ha affermato che le grandi corporation devono restituite in qualche modo quanto guadagnato finora per contribuire a ristabilire condizioni di eguaglianza nel reddito dei cittadini visti i tempi difficili, tra Covid-19 e tensioni globali. Questo attraverso donazioni dirette che saranno gestite dallo Stato.
Pechino ha lanciato il segnale e Jack Ma è stato veloce a raccoglierlo. Il gigante dell’e-commerce Alibaba Group infatti ha annunciato una donazione da 100 miliardi di yuan (15 miliardi di dollari) ai programmi sociali ed economici del Partito Comunista.
Il sito di Alibaba informa che i fondi andranno a vantaggio di piccole e medie imprese e dei lavoratori della gig economy come i corrieri, privi di copertura assicurativa e medica,mentre una gran parte andrà a vantaggio del “common prosperity development fund”.
Sarà il nuovo ‘Comitato di lavoro per l’avanzamento della prosperità comune’ di Alibaba Group, guidato dal presidente e CEO Daniel Zhang, a farsi carico delle iniziative incentrate su innovazione tecnologica, sviluppo economico, creazione di nuovi posti di lavoro qualificato e tutela del gruppi sociali più vulnerabili.
Alibaba, il cui titolo all’indomani dell’annuncio dell’operazione è arrivato a cedere oltre il 3%, è il nome che sta facendo più rumore nella schiera di coloro che si sono arricchiti cavalcando l’onda dell’economia digitale, pari al 30% del Pil del Paese.