“Se tutto il governo sarà d’accordo, noi abbiamo una valutazione assolutamente favorevole a consentire che la quarantena sia considerata come malattia e quindi non gravi sulle imprese e sui lavoratori”. Queste sono le parole del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando (nella foto), alla Festa dell’Unità di Modena in cui ha assicurato che sul tema “non c’è mai stato uno scontro con il Mef“.
La questione della quarantena pagata dall’Inps – ha precisato Orlando – era stata già segnalata in occasione dell’ultimo scostamento ma non si sono trovate tutte le risorse necessarie. “Io credo che nel frattempo siano maturate le condizioni perché alcune risorse che erano state impegnate in altra direzione possano essere utilizzate in questo senso. Quindi, credo che ci possa essere una risposta. Possiamo affrontare la questione e risolverla, anche a breve” ha dichiarato il ministro annunciando che sarà sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri.
Orlando si ha poi precisato la sua posizione in merito al vaccino obbligatorio. “Io personalmente non escludo niente, sono convinto che se la pandemia si aggraverà o andrà ancora per le lunghe questa eventualità non possa essere scartata. All’interno del governo ci sono posizioni molto diverse e probabilmente non sarebbe facile raggiungere questo obiettivo”. Al momento, quindi, il governo punta tutto sul Green pass. “È uno strumento per spingere le persone a vaccinarsi, credo che andrà progressivamente utilizzato in tutti gli ambiti dove è possibile cerchiamo di farlo sulla base di un confronto nella quale si possono definire anche come gestire al meglio le criticità che possono emergere dalla sua applicazione in contesti diversi”.
Positiva la valutazione di Orlando anche sul Reddito di cittadinanza. “È uno strumento di tutela, non mi ha sorpreso che Draghi lo abbia difeso. Draghi è attento all’Europa e sa che molti Paesi hanno strumenti di questo genere. È uno strumento di contrasto alla povertà che va mantenuto. Semmai come Pd ci dovremmo rimproverare di non avere potenziato il Rei, forse quello era uno strumento che funzionava meglio”. Orlando ha poi sostenuto che il reddito di cittadinanza “serve e servirà perché la povertà aumenterà” ma “deve certamente cambiare, con un maggior controllo territoriale, va collegato all’istruzione, vanno potenziati i centri dell’impiego”.
Tra i temi toccati dal ministro c’è anche la riforma degli ammortizzatori sociali. “Siamo in attesa – ha spiegato Orlando – di chiarire alcuni temi che sono emersi dal confronto con le parti sociali e sulla base di questo discuteremo con il Mef quali risorse saranno disponibili. Non c’è mai stato uno scaricabarile. C’è stata la volontà di anticipare un lavoro perché ritengo che rispetto ad altri temi, questo abbia una priorità assoluta nel momento in cui il paese riparte e affronta trasformazione e cambiamenti”.