“Nathan e l’invenzione di Roma. Il sindaco che cambiò la città eterna” (ed. Marsilio) è il nuovo libro del giornalista Fabio Martini che ieri è stato presentato nella cornice del Tempio di Adriano a Roma. A discutere con l’autore della figura carismatica e visionaria del sindaco di Roma ebreo, massone, mazziniano, anticlericale, c’erano Francesco Rutelli, Andrea Riccardi e Lorenzo Tagliavanti, moderati da Maria Latella. Tutti gli interventi hanno ricordato la figura del sindaco che in sei anni cambiò il volto della Capitale, portando idee e idealità: scuola laica per tutti, lotta ai monopoli e alla rendita, servizi pubblici efficienti e all’avanguardia.
“Alla fine degli anni ’20, il sistema tramviario di Roma era tra i più avanzati d’Europa”, ha ricordato Martini, ricordando che “per i 50 anni di Roma Capitale si era deciso di costruire uno stadio nella zona del Flaminio. Nel 1911 era pronto ed era costato meno delle risorse stanziate”. Molte furono quindi le intuizioni e le anticipazioni di questo sindaco anglofono che aveva denunciato gli amministratori incompetenti suggeriti dai partiti, il primato della politica sulla burocrazia capitolina, l’appoggio a intellettuali anticonformisti e innovatori come Maria Montessori.
Un libro quello di Martini che ripercorrendo la figura di un sindaco che ha governato Roma agli inizi del ‘900, con una forte spinta innovativa, costringe il lettore a interrogarsi sul presente della città alla vigilia delle elezioni amministrative. La domanda alla quale sembra rispondere il libro è “Roma è davvero ingovernabile?”. Martini non ha dubbi: “si tratta di una leggenda”.