Il consiglio direttivo dell’Aifi, l’associazione degli operatori del private equity e venture capital, ha espresso all’unanimità la volontà di confermare Innocenzo Cipolletta nel ruolo di presidente dell’associazione. Le tante attività svolte e i numerosi risultati raggiunti grazie al suo lavoro e impegno personale – afferma una nota – sono stati determinanti per la crescita dell’associazione che ha riproposto la sua figura alla carica più alta.
Durante il consiglio direttivo inoltre è stato approvato il manifesto Aifi contenente le richieste per rafforzare il ruolo del private capital. Negli ultimi tre anni il settore ha investito complessivamente in circa 1.500 aziende, portando l’ammontare complessivo investito tra capitale di debito e capitale di rischio a oltre 27 miliardi. “Vista la centralità che questo mercato dovrà avere nella ripartenza – riporta la nota – si ritengono opportuni alcuni interventi per colmare le problematiche che vanno ancora risolte nella raccolta dei capitali e nell’attrazione del risparmio privato e istituzionale, nonostante i notevoli sforzi già profusi. Per questo, soprattutto considerando l’attuale congiuntura, è necessaria un’azione forte”. Il Consiglio Direttivo di Aifi propone quindi di:
– Rafforzare l’industria del private capital per promuovere il rilancio e la ricapitalizzazione delle nostre imprese, con riguardo particolare alla necessità di lavorare a fianco delle Istituzioni e delle rappresentanze di categoria per ampliare l’allocazione degli investitori istituzionali nei fondi di private capital, con una attenzione particolare a coloro che investono nell’economia reale italiana. Allo stesso tempo promuovere l’interesse della clientela del private banking verso i fondi di private capital, facilitando l’adesione a fondi riservati grazie al riconoscimento del segmento semiprofessionale, e lavorare a forme di collaborazione pubblico-privato, prediligendo lo strumento del Fondo di Fondi per allocare i capitali pubblici;
– Introdurre una garanzia statale per favorire la ricapitalizzazione delle imprese realizzata dai fondi di private capital, abbattendo così i rischi dei sottoscrittori dei fondi stessi;
– Facilitare l’accesso agli incentivi da parte delle imprese partecipate dal private capital chiarendo i profili interpretativi circa la definizione di gruppo.