(di Stefano Crisci) Dalle Linee Guida sull’Intelligenza Artificiale del 2018 all’Artificial Intelligence Act del 2021, l’importanza dell’Etica applicata per il governo dell’algoritmo.
Prima di affrontare il tema in oggetto, è necessario riflettere su che cosa è l’etica ai giorni nostri e soprattutto su quali sono le esigenze etiche che dobbiamo soddisfare.
Siamo all’inizio, si può dire, ai primordi di una rivoluzione tecnologica senza pari. Una parentesi meravigliosa in cui la sospensione è stata essenziale per capire. Bisogna vedere se saremo altrettanto bravi nell’agire. Quelli di noi che hanno avuto la fortuna di vivere il passato, sanno bene cosa vuol dire proiettarsi nel futuro senza paracadute. Sappiamo che oggi è fondamentale la nostra testimonianza, così come è essenziale affidarci ai giovani per plasmare il futuro. Il nostro dovere è etico prima ancora che morale. Noi dobbiamo fare in modo di non cancellare la memoria; non consentire a nessuno, o a nessuna cosa di impossessarsi della nostra vita e dei nostri valori e principi, nonché dei diritti fondamentali ormai riconosciuti. Una macchina non dovrà e non potrà influenzare le nostre scelte. La tecnologia nasce per sollevare l’essere umano dalle fatiche ripetitive e dalla realizzazione delle cose complesse in senso di numero di azioni, di mole documentali, per fare si che in futuro non ci siano più guerre, non vi sia più fame, il pianeta diventi sostenibile e tutti i goals stabiliti dall’ONU vengano raggiunti. Vedremo allora un periodo meraviglioso in cui i nostri ragazzi e i nostri nipoti avranno ideato degli stormi di droni che ci solleveranno dalle fatiche primordiali e in un’ottica di totale cooperazione vedranno convivere razze, religioni, diversità che uniranno le caratteristiche di tutti in un solo unico afflato; quello dell’evoluzione della specie e del raggiungimento del massimo percentile di utilizzo del cervello umano, in totale connessione con ogni elemento della natura, come un organismo che respira la stessa aria, si nutre dello stesso sole e produce il vento delle cose che muove, senza lasciare indietro nessuno.
La breve digressione che precede, vuole introdurre il pensiero profondo, dedicato all’etica e alle scelte etiche relative all’intelligenza artificiale. Non si tratta di un’etica aristotelica, non di un semplice elenco di norme, ma a fianco e al di sopra di esse, si fa sempre più spazio un’etica c.d. “applicata”. Un’etica pratica, che da tempo è stata tradotta in etica di settore.
Ebbene noi siamo al punto in cui l’etica applicata ci impone di intervenire ora e qui, al fine di programmare per prevedere, proteggere predisporre, preordinare.
Etica, in questo senso, vuol dire anche consentire alla tecnologia di procedere nella ricerca e nella sperimentazione evitando di frapporre allo sviluppo un eccesso di regolazione.
Fare una scelta etica oggi significa non doversi pentire di non averlo fatto domani.
In questo senso si è mosso il Vaticano nel marzo 2021 con la Rome call for AI Ethics presentata dal Monsignor Vincenzo Paglia Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, in relazione ai profondi mutamenti del modo di interpretare e gestire le caratteristiche proprie della vita umana.
Firmatari della Call, il Vaticano, il Ministro per l’Innovazione Tecnologica del Governo Italiano, la FAO, Microsoft e IBM.
Non è questa la sede, né avrebbe molto pregio dissertare in merito all’analogia delle fonti e dei poteri attorno a questa call for ethics. Basti qui sottolineare come per il discorso etico si sia mossa la Chiesa Cattolica quale difensore di diritti umani.
In questo senso va interpretata l’iniziativa del Vaticano. Solo in un’ottica di cooperazione tra tutte le forze in campo si potrà arrivare a promuovere e realizzare quella che con un nome molto significativo viene definita “Algor-Etica”.
Un termine il cui significato si rintraccia già nell’enciclica “laudato Si” di Papa Francesco, quale esortazione a sviluppare un nuovo Ethos, individuale e collettivo volto a proteggere la vita umana e la sua intrinseca qualità biografica, il che si inserisce appieno in un più ampio quadro volto alla tutela “gentile” del pianeta, in modo che nessuno venga lasciato indietro. Questo nuovo quadro impone che si contribuisca alla sopravvivenza collettiva in un’ottica di cooperazione e non più di competizione fine a sé stessa.
Questo è il momento di inserire nella progettazione degli algoritmi dei paletti, dei guardrail per la tecnologia che consentano ad essa di svilupparsi appieno (come impone il nostro articolo 41 della Costituzione), ma nel rispetto della dignità della persona, della giustizia, della sussidiarietà e della solidarietà.
Per realizzare questa impresa è necessario il massimo sforzo. Occorre rendere “computabili” concetti come trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza e riservatezza. Il tutto operando un sapiente bilanciamento fra gli stessi a seconda della situazione contingente.
A ciò, nonostante i procedimenti di autoapprendimento, non è pronta l’intelligenza Artificiale che per definizione ne è priva. Essa cioè non conosce il “perché” delle cose, ma solo il “cosa” “come” e neanche tanto bene.
Questo è l’impegno cui devono tendere tutte le forze e tutti gli operatori pubblici e privati, i centri di ricerca, autorità nazionali ed internazionali.
All’impegno sopra descritto ed alla necessità di un “etica per progettazione” o by design, sta facendo seguito l’Europa, con una robusta infrastruttura giuridica e regolatoria, fatta di raccomandazioni della Commissione al Parlamento Europeo su tutti i temi nevralgici che abbiamo toccato, dalla soft law delle linee guida etiche per la progettazione dell’algoritmo (EU Guidelines on ethics in artificial intelligence), alla bozza di regolamenti per una responsabilità oggettiva (Proposal for European Regulation on ethic of algorithms, A.I.’s responsibility and intellectual property 2020, https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2020-0275_EN.html#title1), ai Digital Services Act (DSA 2020, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/en/TXT/?qid=1608117147218&uri=COM%3A2020%3A825%3AFIN) e Digital Market Act (DMA 2020) per una metaregolazione delle Very Large Platforms, all’Artificial Intelligence Act (https://edps.europa.eu/press-publications/press-news/press-releases/2021/artificial-intelligence-act-welcomed-initiative_en) proposto il 21 aprile 2021. Esso avrà qualche anno di gestazione prima di divenire definitivo, ma decisamente segna uno spartiacque europeo per lo sviluppo tecnologico che rappresenta una regolazione ex ante ed ex post, sufficientemente flessibile e declinabile nel tempo e a seconda delle situazioni che si presenteranno in futuro.
Esso si contrappone per il momento ai diversi approcci degli Stati Uniti e della Cina, ma presto diventerà si auspica, un modello; come nel caso della normativa europea sulla Privacy (General Data Protection and Regulation (GDPR 2016/679, https://eurlex.europa.eu/eli/reg/2016/679/oj) da subito presa come riferimento in quasi tutto il mondo.
Algoretica come ponte verso il futuro. Un futuro in cui non ci si dovrà più domandare il perché di una tecnologia e si dia per scontato il movimento all’interno dello spazio e del tempo, accompagnati dalla realtà aumentata che risolve le cose complesse e ripetitive, e dalla capacità dell’uomo di interagire con essa senza aver rinunciato ad alcuno dei diritti fondamentali la cui tutela è stata tanto faticosamente raggiunta e consacrata in anni di giustizia, ma anzi che abbia la possibilità grazie alla tecnologia stessa, di sviluppare sempre di più le potenzialità cerebrali di cui è dotato.
Ci troveremo quindi in un mondo in cui il progresso tecnologico avrà sollevato l’uomo dagli sforzi fisici, lo avrà aiutato a risolvere le cose complesse e lo avrà condotto in uno “sciame di droni” da una parte all’altra del globo in maniera sostenibile e senza incidenti, proprio come accade negli sciami di uccelli che dipingono nel cielo disegni ancestrali che ci riportano alla creazione.
La peculiarità del momento deve fungere da sveglia per un mondo che andava in una direzione sbagliata. Se l’uomo non sarà in grado di cogliere il messaggio ricevuto in questi ultimi tempi, anche a causa del Covid 19 e non riuscirà a dominare la tecnologia in questo modo, allora sarà stupida distruzione dei propri simili a vantaggio di pochi fino ad una nuova estinzione di massa, se non alla fine del mondo.