(di Tiziano Rapanà) Le cose del mondo non sono compatibili con la felicità. La pandemia, il cambiamento climatico, l’organizzazione della vita rendono impraticabile la natura stessa della serenità. Il cinema consola, dona attimi di spensieratezza, talvolta induce alla riflessione. Il cinema di Roger Fratter così intimo, personale, ma al tempo stesso sensibile agli umori della cultura popolare, penso sia utile da scoprire in questi tempi difficili. Prossimamente uscirà, per la Excelsior cinematografica, una collana con i film più rari del regista bergamasco. Si chiama Visioni esclusive ed è riservata ad un gruppo ristretto di indomiti cinefili, che amano un mondo filmico legato da intransigente indipendenza creativa e produttiva. La collana proporrà un numero limitato di dvd da distribuire. Qui troverete un cartolina autografata dal regista, alcune foto di scena e i dischi conterranno svariati extra. Tra i film in uscita per la collana, troverete l’ottimo Ruderi d’amore. Il titolo potrebbe farvi pensare ad un’opera di un autore con ambizioni di cinema che rimandano a Straub o Jafar Panahi (prima dell’arresto e del conseguente divieto a girare film in Iran, che lo ha costretto a cambiare genere). Non è così, il film è ben altro. Cosa sia in definitiva questo lavoro non è facile da spiegare. La trama rimanda ad un classico film introspettivo. In un futuro imprecisato si consuma la crisi di coppia, lui incazzato con il mondo e vittima delle attenzioni dei suoi compagni di malefatte, lei arrotonda facendo la sciacquina in una videochat per adulti. Entrambi sono insoddisfatti della società e del mondo Dialoghi arguiti, facce scure e tutto il campionario sul tema del cinema d’autore può fare pensare ad un film à la Antonioni. Ci sono pure delle scene di sesso che mi hanno ricordato Identificazione di una donna. Ma fidatevi, il film vira su un’altra strada e nell’ultima mezz’ora diventa una spy action di buon livello. Il regista è riuscito a creare un mix tra film d’autore sperimentalista e cinema di genere puro e duro. Non era un impresa facile, tutt’altro: eppure Fratter è riuscito a realizzare un lavoro equilibrato. L’autore ha rischiato ed ha vinto la sfida, perché se il regista avesse toppato avrebbe avuto in dono un concerto di pernacchie. Perché sei fai un film così strano, è facile sbagliare e sputtanare una carriera. Giunto a questo punto, dovrei dirvi qualcosa in più sul prodotto. Qualcosa che non riguardi il mio gradimento, perché è chiara la mia soddisfazione di spettatore: mi è piaciuto, cosa volete che vi dica di più? Volete che componga uno spartito di lodi sperticate? Non esageriamo, è un’opera che ha dei difetti. Purtroppo Fratter questi film se li autoproduce, ed è un’ingiustizia. Una damigiana di idee originali, che ha un titolo così particolare Ruderi d’amore, avrebbe meritato una forza produttiva più robusta. soprattutto nelle scene d’azione. Ma va bene così, è bello con i difetti che si porta dietro. Bello come Maria Clouchet, la conturbante protagonista del film. Ma Fratter dove le trova queste attrici? Nei suoi film se ne vedono tante e sono una più bella dell’altra. Ormai è assodato, il regista ha l’occhio clinico e sa individuare e valorizzare la bellezza femminile. Stavolta è il turno dell’avvenente Clouchet, che un po’ riprende la sofferente malinconia di Erika Blanc in Io, Emanuelle, un vecchio film degli anni sessanta. Per acquistare il film dovete aspettare un po’. Prossimamente avrete modo di avere nella vostra collezione, una serie di film rari che usciranno per l’ultima volta in dvd. Vi consiglio di affrettarvi ad acquistarli, quando si presenterà l’occasione, perché tra qualche anno varranno molti soldi.