Otto europei su dieci (81%) concordano che la Conferenza sul futuro dell’Europa dovrebbe occuparsi in via prioritaria di una migliore gestione delle crisi, come la pandemia da Covid-19. Piu’ di un terzo (38%) si trova fortemente d’accordo con questa affermazione. Sono alcuni dei risultati dell’Eurobarometro sul futuro dell’Europa, pubblicato dal Parlamento europeo a due giorni dal lancio della conferenza sul futuro del vecchio continente. Condotto tra il 22 ottobre e il 20 novembre 2020 nei 27 Stati membri dell’Ue, il sondaggio speciale Eurobarometro n. 500 ‘Il futuro dell’Europa’ ha coinvolto 27.034 persone ed e’ stato commissionato congiuntamente dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo. La survey si e’ svolta inizialmente in presenza e poi, a causa della pandemia da coronavirus e’ stata completata con interviste online. Dal sondaggio e’ emerso inoltre che e’ pari al 44% la percentuale dei cittadini europei che vogliono essere coinvolti nella Conferenza sul futuro del proprio continente, soprattutto attraverso incontri a livello locale, con dibattiti o assemblee. Inoltre, gli intervistati reputano interessante il coinvolgimento nel processo di raccolta delle idee della Conferenza per mezzo di un sondaggio (34%), la presentazione di idee e proposte ai politici europei e nazionali (31%) e la partecipazione a consultazioni online tramite piattaforme di discussione (30%).Interpellati sul rapporto tra i giovani e il futuro dell’Unione europea, piu’ di otto europei su dieci (83%) hanno risposto che la Conferenza dovrebbe coinvolgere specificamente le future generazioni per la promozione di nuove idee. Di questi, quattro su dieci (40%) sono totalmente d’accordo. Secondo due terzi degli europei (66%), il progetto Ue offre, tra l’altro, una prospettiva futura per i giovani europei. Il 65% ritiene che l’Ue rappresenti un luogo di stabilita’ in un mondo turbolento, sebbene questo dato sia in calo di 11 punti percentuali rispetto al precedente sondaggio condotto nel 2018. Nella survey spazio anche per i temi relativi alle elezioni europee e all’elezione del presidente della commissione. Il 42%, piu’ del doppio degli intervistati, e’ propenso a sostenere il voto per liste transnazionali nelle elezioni del parlamento europeo reputandolo una buona cosa, rispetto a un intervistato su cinque che rifiuta l’idea (19%). Si dichiara invece indifferente al tema il 36%. Inoltre, mentre piu’ di due terzi degli intervistati si dice favorevole dell’elezione del presidente della Commissione europea attraverso la scelta dei candidati principali alle elezioni europee, meno di un quarto (22%) si dichiara contrario a tale processo. Il 61% concorda poi sul fatto che tale processo avrebbe senso solo se i cittadini europei avessero la possibilita’ di votare per liste transnazionali. Secondo il 64%, pari a due terzi degli intervistati, tale approccio porterebbe una maggiore trasparenza al processo di elezione del presidente della commissione europea. Infine, i cittadini ritengono che questo darebbe maggiore legittimita’ alla commissione europea (63%) e rappresenterebbe un progresso significativo per la democrazia all’interno dell’Ue (62%).