I risultati del primo trimestre 2021 confermano la capacità di Intesa Sanpaolo (nella foto, l’a.d. Carlo Messina) di affrontare efficacemente la complessità del contesto conseguente all’epidemia da COVID-19 e sono pienamente in linea con l’obiettivo di un utile netto per l’anno ampiamente superiore a 3,5 miliardi di euro.
I risultati riflettono la redditività sostenibile, che deriva dalla solidità della base patrimoniale e della posizione di liquidità, dal modello di business resiliente e ben diversificato, dalla flessibilità strategica nella gestione dei costi operativi e dalla qualità dell’attivo di Intesa Sanpaolo, con un basso profilo di rischio a presidio del supporto del Gruppo all’Italia, anche con l’impegno a diventare un punto di riferimento in termini di sostenibilità e responsabilità sociale e culturale.
La generazione di valore per tutti gli stakeholder verrà accresciuta dalle sinergie previste per oltre un miliardo di euro derivanti dalla fusione di UBI Banca realizzata con successo senza costi sociali e dagli oltre 6 miliardi di euro a valere sull’utile ante imposte che il Gruppo ha destinato nel 2020 all’ulteriore rafforzamento della sostenibilità dei risultati.
Le tendenze del nuovo contesto trovano Intesa Sanpaolo preparata grazie ai vantaggi competitivi del Gruppo:
– aumento della domanda di protezione della salute, del risparmio e delle attività economiche delle aziende: leadership di Intesa Sanpaolo nel Wealth Management & Protection e rafforzamento nel settore salute con l’acquisizione di RBM;
– maggior grado di rischio: efficace gestione proattiva del credito (Pulse) e partnership strategiche del Gruppo con primari operatori industriali attivi nella gestione dei crediti deteriorati;
– digitalizzazione della clientela: posizionamento ai vertici in Europa per funzionalità di mobile app e forte proposta digitale del Gruppo, con circa 11,6 milioni di clienti multicanale e circa 7,1 milioni di clienti che usano l’App di Intesa Sanpaolo, e partnership strategica con Nexi nei sistemi di pagamento (partecipazione nel capitale di Nexi);
– digitalizzazione dell’operatività della Banca: circa 80.000 persone del Gruppo in smartworking e ottimizzazione del modello distributivo con la razionalizzazione di circa 1.100 filiali dal 2018 e la possibilità di ridurre ulteriormente il numero di filiali a seguito dell’acquisizione di UBI Banca, della partnership strategica Banca 5 – SisalPay (Mooney) e del cambiamento indotto da COVID-19 nei comportamenti dei clienti, la maggioranza dei quali continuerà a essere servita dal Gruppo tramite i canali alternativi di elevata qualità;
– crescente importanza della sostenibilità e della responsabilità sociale (ESG): Intesa Sanpaolo è l’unica banca italiana inclusa nei Dow Jones Sustainability Indices e nel 2021 “Global 100 Most Sustainable Corporations in the World Index” di Corporate Knights,si classifica prima tra le banche europee in tre delle principali valutazioni internazionali ESG, MSCI, Sustainalytics e Bloomberg ESG Disclosure Score; inoltre, Intesa Sanpaolo è inserita nell’indice riguardante la parità di genere Bloomberg Gender-Equality Index (GEI), registrando per il 2021 un punteggio ampiamente superiore alla media del settore finanziario a livello mondiale e delle società italiane, e – unica banca italiana – nel Diversity & Inclusion Index di Refinitiv, che seleziona le 100 migliori aziende quotate a livello mondiale per diversità e inclusione.
Nel primo trimestre del 2021, per il Gruppo si registra:
● risultato corrente lordo in aumento del 22,2%, rispetto al primo trimestre 2020;
●commissioni nette in crescita dell’ 8,9% rispetto al primo trimestre 2020;
● costi operativi in diminuzione del 2,6% rispetto al primo trimestre 2020;
● elevata efficienza, con un cost/income al 46,5% nel primo trimestre 2021, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee;
● costo del rischio del primo trimestre 2021 annualizzato sceso a 35 centesimi di punto, rispetto ai 48 dell’intero anno 2020 escludendo l’impatto delle rettifiche per i futuri impatti di COVID-19 (pari a 49 centesimi di punto);
● miglioramento della qualità del credito:
– riduzione dei crediti deteriorati,al lordo delle rettifiche di valore, di circa 44 miliardi dal picco di settembre 2015 e di circa 32 miliardi dal dicembre 2017 superando con un anno di anticipo, per circa 6 miliardi, l’obiettivo di riduzione pari a circa 26 miliardi previsto per l’intero quadriennio del Piano di Impresa 2018-2021;
– lo stock di crediti deteriorati scende a marzo 2021, rispetto a dicembre 2020, dello 0,8% al lordo delle rettifiche di valore e del 2,3% al netto;
– l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a marzo 2021 è stata pari al 4,4% al lordo delle rettifiche di valore e al 2,3% al netto (°). Considerando la metodologia adottata dall’EBA, l’incidenza dei crediti deteriorati al lordo delle rettifiche di valore è risultata pari al 3,5%;