Le persone di età compresa tra 55 e 75 anni che durante il lockdown utilizzavano internet più frequentemente sembrano associate a una qualità della vita e a salute mentale migliori. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Healthcare, condotto dagli scienziati dell’Università del Surrey, che hanno indagato la correlazione tra uso di internet e il livello di depressione durante il dilagare della pandemia per le popolazioni meno giovani.
Il team ha valutato 3.491 partecipanti nell’ambito del Longitudinal Study of Aging in Summer 2020, chiedendo loro informazioni sull’uso che facevano di internet e sulle finalità d’uso del web. Coloro che hanno riferito di utilizzare Internet frequentemente, con minimo una volta al giorno, hanno riportato segni di depressione di livelli minori, con una qualità della vita superiore rispetto a chi si affidava alla rete per ricerca di informazioni, comunicazione o svago. Gli effetti benefici sono stati osservati principalmente quando internet è stato utilizzato per restare in contatto con amici e familiari, il che ha aiutato gli utenti a contrastare gli effetti psicologici negativi dell’allontanamento sociale, mentre la ricerca di informazioni in rete era associata a sintomi di depressione più frequenti.
“Le restrizioni sociali continuano durante la pandemia Covid-19 – sottolinea Simon Evans, docente di neuroscienze presso l’Università del Surrey – e le persone anziane sono più soggette a soffrire di solitudine e problemi di salute mentale. Abbiamo scoperto che gli anziani che utilizzavano Internet di più spesso erano associati a punteggi più bassi per la salute mentale e una migliore qualità della vita”. “Con l’evolversi della situazione Covid-19 – conclude Evans – un uso più frequente di Internet potrebbe giovare alla salute mentale delle persone anziane riducendo la solitudine e il rischio di depressione”.