Per non deludere la società italiana, emersa come più reattiva, coesa, meno individualista dalla pandemia Covid-19, lo Stato deve accorciare le procedure e i tempi della sua pubblica amministrazione, che deve essere credibile ed aprirsi alle nuove professionalità. E’ il messaggio lanciato al terzo incontro organizzato dalla scuola di formazione per Architetti della Politica PolìMiNa (Politica Milano-Napoli), il momento di formazione diretto a giovani tra i 18 e i 33 anni di Napoli e Milano lanciato dalla Fondazione Salvatore. Il focus del terzo incontro (“La sedia da spostare. Le sfide organizzative di uno Stato”) moderato da Ferruccio De Bortoli, nella foto, e introdotto da Marco Salvatore, presidente della omonima Fondazione, è stato la Pubblica amministrazione come driver per la rinascita del Paese purché la politica decida di valorizzarla, alleggerirla ed aumentarne le competenze. “Con la pandemia abbiamo scoperto una società più reattiva, coesa, meno individualista. Questa società non deve essere delusa: e quindi non bisogna continuare a fare errori”, ha detto Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, individuando due soluzioni. “Bisogna accorciare lo Stato con tutte le sue procedure e i tempi troppo lunghi. E poi ci vogliono ‘cento uomini di acciaio’. Inutile promettere migliaia di assunzioni nella PA. Abbiamo bisogno di poche persone ma purché siano giuste. Troppi cuochi fanno una cattiva cucina”, spiega.
E la politica non può non giocare un ruolo fondamentale. “Molto del funzionamento della Pubblica amministrazione dipende da come la politica si rapporta ad essa. La politica deve ispirare come la macchina amministrativa debba lavorare, individuando nuove professionalità diversissime, a partire dai data scientist”, ha aggiunto Linda Laura Sabbadini, la Dirigente Generale del Dipartimento per le Statistiche Sociali e Ambientali dell’Istat che ha fatto parte del Comitato Colao. Sabbadini ha auspicato “un capovolgimento nel rapporto tra Stato e cittadini. Nel momento in cui i cittadini si sono più avvicinati allo Stato, lo Stato deve dare loro il massimo di fiducia sburocratizzando. Il governo Draghi si sta mettendo sulla strada giusta, ma serve un cambio della politica”.
Il tutto passa anche dalle politiche attive per il lavoro. Che “non possono essere dirette da un Anpal il cui presidente la coordina smart working dal Missouri…”, ha sostenuto Marco Bentivogli, ex leader dei metalmeccanici Cisl e tra i fondatori della start up civica Base Italia, auspicando la rimozione di Mimmo Parisi. L’ex sindacalista ha ricordato che “Mario Draghi ha parlato in maniera sufficientemente chiara sul perimetro dell’intervento dello Stato nella economia: il che vuol dire che una nuova ondata di nazionalizzazione non serve. Dobbiamo rifondare la Pubblica amministrazione non solo attraverso le assunzioni ma anche sulla base di una nuova idea di cosa essa debba essere e fare e di quante competenze debba essere dotata. Serve che la pubblica amministrazione cambi natura, con un lavoro di grande accompagnamento in cui la politica capisca che la campana del cambiamento è già suonata da un pezzo”.