Non vi sono prove certe che fosse una donna stupenda, come Hollywood l’ha voluta raccontare. Però era una grande ammaliatrice: ben due imperatori cedettero al suo fascino, grazie al quale salvò l’Egitto
(di Cesare Lanza per LaVerità) In queste pagine domenicali mi occuperò delle donne più belle della storia e di alcune leggendarie, incantevoli o no, seduttrici. È un compito piacevole e fin dalle prime righe vorrei chiedere le opinioni dei lettori interessati a questo argomento. I nomi sono tanti, ci saranno l’imbarazzo e le difficoltà delle scelte. Nell’antichità si va da Agrippina, assassinata dal figlio Nerone, a Teodora, attrice e prostituta, una grande scalatrice, che arrivò a sposare Giustiniano, imperatore d’Oriente. Da Caterina la Grande, sposa sedicenne dell’erede all’impero russo Pietro III, che detronizzò il marito con un colpo di stato, e si liberava dei numerosi amanti riempiendoli di regali, a Madame de Pompadour, celebre favorita del re Luigi XV. E molte altre. In tempi più recenti, Jacqueline Kennedy, Mata Hari, Eva Peron, Wallis Simpson, Anais Nin, Diana Spencer e la lunga sfilata delle attrici: Greta Garbo, Marylin Monroe, Brigitte Bardot, Sophia Loren, Ava Gardner, Vivien Leigh, Grace Kelly, Liz Taylor, Anita Ekberg. Tuttavia, per inaugurare la nostra serie, non ho dubbi: Cleopatra, simbolo di particolare bellezza e arte seduttiva. Per la verità, la bellezza di Cleopatra (70-30 a. C.) è tuttora in discussione, i pareri di testimoni e ricercatori sono discordi. A livello popolare la sua faccia è associata a quella di Elizabeth Taylor, che la portò sullo schermo con Richard Burton (suo amante, marito e compagno per tutta la vita) nel kolossal in cui interpretavano Cleopatra e Marco Antonio. Burton durante la lavorazione le disse: «Sei grassa, ma bellissima, imperfetta ma irresistibile».
Sulle sue doti di seduzione i pareri invece sono unanimi: fece perdere la testa a Giulio Cesare e a Marco Antonio, che erano suoi avversari e nemici! La sua vita è romanzesca, al centro di libri, film, opere teatrali e di innumerevoli ricostruzioni da parte di studiosi, storici e giornalisti. Ma soffermiamoci sulla discussa bellezza di questa dama. Era una donna con un naso aquilino, un mento marcato e la capigliatura riccia. Plutarco sostiene che la vera attrazione per Cleopatra nascesse dal suo fascino, Cassio Dione la presenta invece come una bellezza ineguagliabile. Si tramanda che ogni giorno una nave si dirigesse dall’Egitto in Grecia (e ritorno) per portare a Cleopatra spezie, unguenti, aromi e balsami: capricciosamente le urgevano, prima di presentarsi in pubblico. Bisogna aggiungere che la regina egiziana spendeva somme enormi senza curarsene.. Anche Alberto Angela, nel suo libro Cleopatra. La regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità, è scettico sull’aspetto fisico: Cleopatra con ogni probabilità non era una bellezza eccezionale, ma una donna di prepotente fascino, in grado di incantare anche gli uomini più esperti.
Come Giulio Cesare e Antonio. Con Cesare, Angela definisce «l’incontro con Cleopatra forse il più spettacolare che sia mai accaduto nella storia». Lui ha 50 anni, lei 20. Lo storico Cassio Dione sostiene: «Poteva soggiogare qualunque uomo, anche chi fosse stato restio all’amore e avanti negli anni». Come Cesare. Dalla loro relazione nacque un bambino, Cesarione (piccolo Cesare). Il miglior contributo possibile per l’alleanza tra l’Egitto e Roma. Cesare è sposato, ma porta Cleopatra con sé a Roma. Nelle Idi di Marzo del 44, quando lui muore sotto le pugnalate di Bruto e degli attentatori, Cleopatra si imbarca sulla prima nave disponibile e torna ad Alessandria d’Egitto, salvando se stessa e anche Cesarione, l’unico erede maschio del grande Giulio Cesare. Marco Antonio è il secondo uomo del destino nella vita romantica di Cleopatra. Dopo la morte di Cesare, e la fine di Bruto e Cassio, Antonio e Ottaviano sono i dominatori romani. Se vuole salvare il suo regno, Cleopatra deve cercare una nuova e forte alleanza: cosi seduce Antonio a Tarso, «arrivando a bordo di una nave da favola, abbigliata» cioè seminuda «come Venere e circondata da ancelle (s)vestite da Nereidi, con un premeditato impatto erotico, di profumi, musiche e colori, stordendo i romani con il lusso, le delizie, le promesse di piacere». E Antonio ci casca all’istante con tutte le scarpe. Oggi sarebbe definito bello, vanitoso, gaudente, playboy. «Cassio Dione scrive, lapidario: “Antonio conobbe Cleopatra: se ne innamorò e ne divenne schiavo”. Insomma, si sarebbe lasciato sedurre da Cleopatra “come un ragazzo, anche se aveva 40 anni”». È una storia già vista, dopo quella con Cesare. Tutti e due, Cesare e Antonio, sono arrivati da Roma per soggiogare Cleopatra e l’Egitto intero e tutti e due al primo sguardo sono rimasti avvinti (schiavi?) dalla sensuale regina. Lei conserva il trono d’Egitto e ha due gemelli con Antonio. Una domanda è d’obbligo: si amavano? «Lui era un gran bell’uomo, un bon vivant col fascino del potere. Per lei dimentica Roma e commette molte, troppe sciocchezze». E il giovane Ottaviano, il futuro Augusto che Cesare aveva designato per testamento a succedergli, non glielo perdona, soprattutto perché Antonio abbandona l’ultima moglie Ottavia, sua sorella, e per amore di Cleopatra si spinge perfino a sostenere Cesarione come il legittimo erede di Cesare. Per Cleopatra si fanno le guerre.
E di nuovo si profila un conflitto decisivo. Nella battaglia di Azio, nel 31 a.C., si assiste al trionfo di Ottaviano e alla sconfitta di Marco Antonio e Cleopatra. Lei capisce che la sua epopea è finita, rovinosamente. Ma il romanzo della sua vita, no. Ottaviano le propone di abbandonare Antonio. Lei non accetta e anzi si dice che sia stata proprio la regina a mettere in giro le «fake news» (anche allora circolavano!) secondo cui si era uccisa. Avrebbe così previsto la tragica reazione dell’amante, che si trafisse con la sua stessa daga. Dilemma: perché lo ha fatto? Per indurlo a morire dignitosamente, da romano? O voleva sbarazzarsi di lui e giocarsi anche con Ottaviano (per la terza volta) la carta della seduzione? Non si sa. Ottaviano non cede alle lusinghe, ammesso che ci siano state. E il finale è drammatico. Ottaviano vorrebbe portarla a Roma come sua prigioniera, un prestigioso trofeo di guerra che riscatterebbe le debolezze amorose di Cesare e Antonio. Ma l’orgoglio non consente a Cleopatra di sottomettersi. E, a soli 40 anni, si suicida. Decide di morire con la teatralità che ha sempre accompagnato la sua vita, splendida e tormentata. È diffusa la leggenda secondo cui si fece mordere da un aspide. Niente di vero. Sia perché quel serpente non esiste in Egitto, sia perché quel veleno uccide lentamente, mentre la morte di Cleopatra fu istantanea.