Il gruppo farmaceutico Chiesi ha chiuso il 2020 con un fatturato di 2,229 miliardi di euro, con un incremento dell’11,8% rispetto al 2019. Il gruppo, con base a Parma, conta oggi 6.389 persone di cui 2.119 in Italia con un’attività globale che comprende 30 Filiali, 7 centri ricerche tra Italia, Francia, Stati Uniti, Canada, Cina, Regno Unito e Svezia, 3 siti produttivi tra Italia, Francia e Brasile, e una presenza commerciale complessiva in 90 paesi. Il fatturato complessivo, informa una nota, comprende, ricavi per 401 milioni nel Regno Unito, 254 milioni negli Stati Uniti, 262 milioni di Chiesi Italia, 260 milioni in Germania, 149 milioni in Francia e 126 milioni in Spagna, oltre ai 292 milioni dell’area Europe Mid-Size e i 320 milioni dall’area China & International. Infine, Chiesi Global Rare Diseases, la nuova business unit nata all’inizio del 2020 per far progredire la ricerca e sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche per le malattie rare e ultra-rare, con sede tra Parma e Boston, nel Massachusetts, ha contribuito a raggiungere l’obiettivo di fatturato con 164 milioni di euro. “La nostra mission è fornire soluzioni terapeutiche di eccellenza e migliorare la qualità di vita delle persone in tutto il mondo – ha affermato il presidente Alberto Chiesi, nella foto – ci troviamo oggi ad affrontare sfide senza precedenti, che richiedono nuovi comportamenti, nuove pratiche e una nuova mentalità; per questo è importante, soprattutto in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo, poter affermare che il nostro gruppo continua a crescere in modo significativo promuovendo attività di ricerca scientifica all’insegna dell’innovazione nelle aree terapeutiche fulcro del nostro lavoro, il respiratorio, le malattie rare, lo special care”. Fra gli obiettivi di Ion il delisting della società: se l’opa non dovesse raggiungere la soglia necessaria per togliere Cerved da Piazza Affari, questo obiettivo, spiega una nota, potrebbe essere raggiunto “mediante la fusione nell’offerente o in altra società non quotata facente parte del gruppo riconducibile ad Andrea Pignataro”. Con l’operazione il gruppo Ion vuole “sostenere l’attuale piano industriale di Cerved” facendo leva anche sulla propria esperienza nel settore software e dell’analisi dati; in futuro potrebbe anche realizzare “operazioni straordinarie e/o di riorganizzazione societaria”. A fianco di Ion potrebbe intervenire anche Fsi, che si è impegnata a sottoscrivere uno strumento finanziario da 150 milioni emesso dalla bidco e che potrebbe essere convertibile in azioni della società stessa; l’accordo fra i due gruppi prevede che il bond abbia durata di massimo 5 anni e che possa essere convertito in una quota del capitale sociale proporzionale della bidco all’ammontare dell’investimento effettuato da Fsi entro 12 mesi dal delisting di Cerved.