Dal 15 giugno al 31 dicembre 2020 sono state presentate a Invitalia (nella foto, l’a. d. Domenico Arcuri) 2.749 richieste di Voucher 3i (Investire in Innovazione) da parte di 911 start up innovative. L’importo complessivo dei contributi richiesti è pari a 11,3 milioni di euro e quelli finora concessi ammontano a 9,47 milioni.
La misura
La misura agevolativa sostiene le start up nei percorsi di brevettazione, con una dotazione complessiva per il triennio 2019-2021 di 19,5 milioni di euro. I richiedenti vengono inizialmente supportati nella verifica della brevettabilità della propria invenzione e nella ricerca preventiva delle anteriorità, nonché in merito all’opportunità o meno di intraprendere la strada che porta alla concessione del brevetto. Il sostegno continua quindi nella seconda fase, che è quella di deposito della domanda di brevetto presso l’UIBM, e nella eventuale terza fase di estensione di un brevetto nazionale all’estero.
Le start up si possono avvalere di esperti (appartenenti all’ordine dei consulenti in proprietà industriale o degli avvocati che hanno dato la disponibilità a fornire i servizi, indicati in apposti elenchi) e per il pagamento del servizio non devono anticipare alcuna somma potendo utilizzare il Voucher.
Le domande di agevolazione vanno presentate a Invitalia, che provvede all’esame istruttorio, alla concessione dei Voucher e poi al pagamento dei corrispettivi ai consulenti e agli avvocati che hanno fornito il servizio connesso al Voucher.
Per ampliare la partecipazione è stato previsto un limite alla richiesta dei Voucher: ciascuna start up può presentare al massimo tre richieste per ciascuna tipologia di servizio, in relazione a tre invenzioni differenti, per un massimo di nove richieste.
I risultati
L’attività istruttoria ha già portato alla concessione di 2.307 voucher (per un valore totale di contributi pubblici pari a 9,47 milioni di euro) per l’acquisto di servizi specialistici resi a 851 start-up da consulenti in proprietà industriale (per il 87%) e da avvocati (13%).
Il tasso di ammissione delle domande è stato quindi pari all’85% di quelle presentate (420 quelle respinte e 22 quelle in attesa di valutazione): un dato che evidenzia come la misura sia di facile fruibilità, anche in virtù del breve tempo necessario per la conclusione dell’istruttoria di concessione. La principale motivazione di non ammissibilità della richiesta di voucher è collegata alla non esaminabilità della richiesta (324 casi) per problemi di compilazione e/o per il mancato rispetto delle disposizioni di sottoscrizione dei documenti necessari.
La fornitura dei servizi deve concludersi entro 120 giorni dal riconoscimento del Voucher, pena la revoca dello stesso. Al 31 dicembre 2020 sono stati revocati 81 Voucher per mancato rispetto del termine di fornitura del servizio.
La distribuzione geografia e le tipologie di richiedenti
Voucher 3i è stato richiesto da start up innovative di tutte le regioni, seppure con diversa intensità, con una prevalenza di quelle operanti nei servizi.
Un quinto del totale delle richieste (572, pari al 20,8%) trova origine dalla Lombardia, mentre con quote intorno al 10% troviamo le richieste formulate da Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Campania.
Il 62% delle domande presentate si riferisce a start up operanti nei servizi (con una forte presenza di quelle rientranti nei settori della ricerca scientifica e sviluppo e della produzione di software e consulenza informatica). Un ulteriore 34% riguarda le start up dell’industria e dell’artigianato (con una prevalenza di quella operanti nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e della fabbricazione di macchinari e apparecchiature non riconducibili a categorie specifiche). Solo il 2% riguarda start up del commercio.