Nel 2020 in Europa ci sono state più quotazioni, 135, con un aumento del 27% anno su anno, ma la raccolta complessiva è scesa a 20,3 miliardi (-8% sul 2019). A evidenziarlo un report di Pwc che sottolinea come le principali cinque ipo nel Vecchio Continente abbiano raccolto 8,9 miliardi, circa il 44% del totale. In testa la quotazione di Jde Peet’s (2,6 miliardi), seguita da Allegro.eu (2,3 miliardi), da Thg Holdings (2,04 miliardi), da Nordnet (1,02 miliardi) e da Conduit Holdings (909 milioni). In termini di valori, il settore finanziario resta al primo posto, con 5 miliardi raccolti pari al 25% del totale, seguito dal comparto industriale, con 3,7 miliardi (19%) e da quello dei Consumer Goods che con 3,8 miliardi raccolti (18% del totale) registra la crescita annuale più significativa (+3,1 miliardi sul 2019), principalmente grazie all’Ipo di Jde Peet’s. Quella di Londra rimane la prima tra le piazze europee con un totale di 30 quotazioni e 6.7 miliardi raccolti dal mercato, seguita dalla borsa di Oslo con 40 quotazioni e 2,9 miliardi e da Euronext Amsterdam con un totale di 2 quotazioni per 2,7 miliardi raccolti. In Italia c’è stata soltanto una delle prime dieci operazioni, la quotazione di Gvs, che ha raccolto 571 milioni. “Le conseguenze economiche della pandemia hanno inesorabilmente spento gli entusiasmi di molte società che a inizio 2020 avevano già avviato le macchine per la quotazione: il Mercato Mta ha registrato nell’anno un’unica operazione (Gvs) mentre l’Aim ha retto meglio chiudendo con 22 nuove ammissione, comunque in netto calo rispetto alle 35 del 2019. Ci attendiamo che le incertezze economiche generate dalla pandemia, unite a quelle della situazione politica italiana, siano destinate a influenzare l’andamento del mercato dei capitali almeno per la prima metà del 2021. Da segnalare, come nota positiva, la proroga dei benefici fiscali sotto forma di credito d’Imposta, contenuta nella Finanziaria 2021, sui costi di ipo sostenuti dalle Pmi”, sottolinea Alessandro Loizzo di Pwc Italia.