Le conseguenze psicologiche dell’allontanamento sociale e delle misure adottate per arginare la diffusione della pandemia sono più evidenti e significative per i giovani con un’età inferiore ai 30 anni e per chi manifestava disturbi psicologici pregressi. Queste le conclusioni di uno studio, pubblicato su The Lancet Regional Health – Europe, condotto dagli esperti dell’Università di Copenaghen, dell’University College di Londra, della Sorbonne Université, dell’Institut national de la santé et de la recherche médicale (INSERM) e dell’Università di Groningen. “La preoccupazione per la salute propria o di una persona cara, l’ansia di perdere il lavoro e il distanziamento sociale – spiega Tibor V. Varga del Dipartimento di sanità pubblica, della Facoltà di salute e scienze mediche presso l’Università di Copenaghen – hanno accomunato moltissime persone durante questi mesi, ma per i giovani al di sotto dei 30 anni e per i soggetti più fragili o con problemi di salute mentale preesistenti le conseguenze sono state più pesanti”. Il team, nell’ambito della rete collaborativa COVID-Minds, ha raccolto e analizzato i dati sulla salute mentale di 200mila cittadini provenienti da Danimarca, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito da marzo a giugno 2020.
“Abbiamo studiato diversi fattori di salute mentale, come solitudine e ansia, e le preoccupazioni legate a Covid-19 – afferma l’esperto – i livelli di solitudine più elevati sono stati rilevati tra i giovani e le persone con malattie mentali preesistenti”. Lo scienziato sottolinea che lo stress psicologico rappresenta un importante fattore di rischio per future malattie mentali gravi e a lungo termine, pertanto è fondamentale comprendere come le misure e le situazioni di emergenza influenzino la salute delle persone, in modo da prevenire, ove possibile, le conseguenze a lungo termine. “Riteniamo che le categorie emerse come più suscettibili debbano essere seguite con attenzione – sostengono gli autori – la salute mentale della popolazione dovrebbe essere una preoccupazione parallela al contenimento del virus. Anche se i quattro paesi considerati hanno adottato approcci diversi per gestire la situazione emergenziale, le reazioni di salute mentale sembrano simili e significative”.
“Le persone sotto i 30 anni – conclude Naja Hulvej Rod, collega e coautrice di Varga – e coloro che soffrono di disturbi pregressi potrebbero beneficiare di interventi di sanità pubblica specifici per contrastare gli effetti psicologici negativi della pandemia. Il progetto di ricerca Standing together – at a distance, Stare insieme – a distanza, raccoglie continuamente i dati dalla Danimarca per monitorare lo stato di salute mentale e le conseguenze psicologiche della pandemia, e dalla nostra analisi emerge chiaramente che Covid-19 provoca un impatto negativo sui sentimenti di ansia, solitudine e preoccupazione”.