Se il 2020 per il comparto dell’auto è stato un anno difficilissimo, ma anche un anno fortemente atipico – con la vendita auto al pubblico praticamente bloccata per mesi, e un calo delle immatricolazioni del nuovo addirittura del 28% – gli operatori del settore affrontano il 2021 con relativo ottimismo. A rivelarlo è Bca Italia, filiale di uno dei più grandi operatori al mondo nel remarketing auto, che ha chiesto ai propri partner (dealer) e ai trader dell’usato (suoi clienti) un bilancio del 2020, e soprattutto una valutazione sul 2021. Il quadro che emerge, sottolinea una nota, è “soprendentemente meno negativo di quanto previsto – anche se con una sostanziale differenza tra dealer (soddisfatti o parzialmente soddisfatti nel 72% dei casi) e trader (dove la percentuale scende al 48%)”. I dealer hanno gestito l’emergenza in modo proattivo: il 2020 ha rappresentato l’occasione per rivedere i processi e accelerare la digitalizzazione delle concessionarie (è accaduto nel 90% dei casi); a fronte di una maggiore richiesta di usato, i trader si sono invece trovati alle prese con una relativa scarsità di prodotto e con l’aumento del prezzo delle vetture da rivendere. In vista del 2021, poi, il 72% dei dealer si aspetta un anno positivo. Tra i temi affrontati c’è anche la gestione dell’usato elettrico: da un lato, il 52% dei dealer e il 50% dei trader considerano i modelli ibridi e BEV il futuro del mercato; dall’altro, circa un terzo dei dealer registra difficoltà a vendere i modelli elettrificati ricevuti in permuta. “I concessionari e i trader più avanti nel processo di digitalizzazione sono stati premiati dal mercato – sottolinea Barbara Barbieri, ad di Bca Italia – E i nostri clienti appartengono a questa categoria. Sono player innovativi, sanno di aver messo in campo i processi giusti, hanno trovato in noi un interlocutore esperto che li aiuta a gestire al meglio la rotazione del piazzale usato – e questo spiega il relativo ottimismo delle loro risposte. Nell’ultima parte del 2020 come Bca Italia abbiamo superato ogni mese le vendite dell’anno precedente, e registrato una partecipazione record alle aste online: segno che la digitalizzazione non è stata un ‘ripiego’ legato al lockdown, ma l’accelerazione di una tendenza che ora si sta consolidando”.