È un clima di grande incertezza e cautela per le imprese, quello fotografato dall’indagine congiunturale trimestrale di Confindustria Piemonte e Unione Industriale di Torino. Nel complesso, gli indicatori non si discostano molto da quelli di settembre; a fronte di saldi ottimisti-pessimisti praticamente immutati, oltre la metà delle imprese non segnala variazioni rispetto al trimestre in corso. D’altra parte, si registra un sensibile scostamento tra manifattura e servizi: nel primo caso gli indicatori sono allineati o lievemente più favorevoli rispetto a settembre; nei servizi, invece, il clima di fiducia peggiora in modo piuttosto marcato, soprattutto a Torino. Le oltre 1.200 imprese del campione si attendono, per i prossimi mesi, condizioni di mercato ancora problematiche e incerte. Nel comparto manifatturiero, il 15,7% delle imprese prevede un aumento della produzione, contro il 26,2% che si attende una diminuzione. La grande maggioranza (58,1%) non si aspetta variazioni. Il saldo (pari a -10,5 punti percentuali) migliora di un punto rispetto a settembre. Sostanzialmente analoghe le previsioni sugli ordinativi: il 16,6% si attende un aumento, il 29,5% una riduzione, mentre il 53,9% non prevede variazioni. Si attenua la caduta dell’export. Il saldo ottimisti-pessimisti è negativo (-8,3 punti), ma il 64% delle aziende prevede stabilità. Nella maggior parte dei settori prevale un clima di attesa, con indicatori ancora recessivi sia pure generalmente migliori di quelli rilevati a settembre. È il caso del tessile-abbigliamento, dei minerali non metalliferi, delle industrie manifatturiere varie e della carta grafica. Nell’alimentare il peggioramento degli indicatori riflette le stagionalità tipiche del comparto, dopo il boom natalizio. Nella metalmeccanica le aspettative restano sfavorevoli, con indicatori in linea con quelli di settembre ma con importanti differenze tra i diversi segmenti. Nella meccanica strumentale le attese sono recessive: la ripresa degli investimenti è lontana. Sostanziale stabilità nel comparto automotive e in quello dei prodotti in metallo; negative le valutazioni dell’industria elettrica e della metallurgia. Nel comparto dei servizi gli indicatori peggiorano in misura piuttosto sensibile rispetto a settembre. Come nel manifatturiero, la grande maggioranza delle imprese non prevede variazioni nel livello di attività (59%); il 15,1% si attende un aumento, il 25,7% una riduzione. Il saldo ottimisti-pessimisti peggiora di 8 punti rispetto a settembre (-10,6%). Indicazioni del tutto analoghe riguardano gli ordinativi: anche in questo caso quasi il 60% delle aziende si attende un portafoglio ordini stabile. Sostanzialmente stabili tasso di utilizzo delle risorse aziendali (77%) e ricorso alla CIG (26,7%), ancora elevato per gli standard del settore. In calo di qualche punto la quota di imprese che segnala ritardi nei pagamenti (39,7%). Il peggioramento osservato a livello regionale nasce da andamenti molto diversi tra Torino e resto del Piemonte. A livello torinese, infatti, le attese delle imprese dei servizi peggiorano in modo molto sensibile: il saldo ottimisti-pessimisti relativo ai livelli di attività arretra di 18 punti rispetto a settembre. Nelle altre province, al contrario, l’indicatore non si discosta molto da livello di equilibrio ed è allineato al valore osservato tre mesi fa. “Ci troviamo – commenta Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte – in una fase di attesa ed incertezza. È quindi chiaro che il recupero a livello economico avverrà in modo non graduale. L’obiettivo realistico è un ritorno ai livelli di attività pre-crisi nel 2023. Fino ad allora manifattura, automotive, infrastrutture e tecnologia vanno difesi e rafforzati, puntando sui progetti strategici di grande impatto che il nostro territorio sta portando avanti e che potranno essere realizzati anche grazie al programma Next Generation Eu, che confidiamo tenga il Piemonte in grande considerazione. Si tratta dello strumento perfetto per avviare la transizione, la ripartenza e la ripresa di questo territorio. Un percorso in cui le imprese faranno la loro parte, ed avranno un ruolo centrale. Lavoriamo ogni giorno perché queste risorse possano rafforzare e rendere concreta l’attrattività del Piemonte”.