Dopo il successo della sottoscrizione delle nuove obbligazioni Webuild (nella foto, l’a. d. Pietro Salini) con scadenza nel dicembre 2025 e di importo complessivo in linea capitale pari a €550.000.000, avvenuta lo scorso 11 dicembre, il Gruppo si avvia verso il closing dell’operazione, previsto per domani 15 dicembre.
In uno scenario macroeconomico estremamente complesso per la diffusione della pandemia da COVID-19 a livello globale, gli investitori hanno premiato il Gruppo per la visibilità che è riuscito a dare sulla traiettoria di crescita nel 2021-23 e sulle linee strategiche di sviluppo del business.
L’emissione del nuovo bond permette a Webuild di gestire con notevole anticipo la prossima scadenza di debito corporate, prevista a giugno 2021. L’operazione, che prevede il collocamento ad un tasso di 5,875% con scadenza a dicembre 2025, rappresenta per il Gruppo la seconda emissione obbligazionaria nel corso dell’anno, seguendo quella di 250 milioni di euro effettuata a gennaio 2020.
Le due emissioni, per un totale di 800 milioni di euro, hanno permesso di estendere in modo sostanziale la durata del debito corporate da 2,8 anni a oltre 4 anni, con un costo medio contenuto – intorno al 3,3%, con un incremento di soli 66 basis point – e di mantenere a livello di Gruppo una struttura finanziaria equilibrata tra ricorso al debt capital market e sistema creditizio.
Ad agire in qualità di Joint Lead Managers per il nuovo bond sono state BofA Securities, Goldman Sachs International, IMI – Intesa Sanpaolo, Natixis e UniCredit Bank, con Banca Akros S.p.A. – Gruppo Banco BPM, BBVA e MPS Capital Services Banca per le Imprese S.p.A. in qualità di Co-Managers.
I risultati conseguiti con questa nuova operazione hanno mostrato un forte apprezzamento di Webuild da parte della comunità finanziaria, con un interesse pervenuto da oltre 260 investitori, ed una richiesta pari a 3 volte l’offerta, che ha permesso di ridurre il tasso finale applicato, rispetto a quello iniziale di lancio, e di aumentare l’ammontare collocato. Particolare rilevanza ha assunto la domanda da parte di investitori internazionali, l’80% del totale, provenienti soprattutto da Gran Bretagna, Germania, Francia e Stati Uniti. L’operazione ha permesso di ampliare la platea degli investitori del Gruppo anche a soggetti precedentemente non presenti nella lender base del Gruppo, tra cui anche DWS, Blackrock, Eurizon, Aviva, Butter Inv, Ubi Pramerica, JPMorgan.