Condanna definitiva a 6 anni e mezzo di reclusione per il professor Severino Antinori. La seconda sezione penale della Cassazione, dopo una camera di consiglio, ha confermato la condanna del medico per il prelievo forzato di ovociti ai danni di una giovane infermiera spagnola di origini marocchine, avvenuto il 5 aprile 2016 alla clinica Matris di Milano. Il prelievo forzato fu configurato all’epoca come “rapina”.
La Suprema Corte ha ridotto la condanna – pari a 7 anni e 10 mesi – che era stata inflitta ad Antinori in appello nel maggio 2019: annullate senza rinvio, infatti, due ipotesi di reato. Sono cadute, in particolare, le accuse relative alla rapina del cellulare della ragazza e alla tentata estorsione perpetrata contro una coppia che si era rivolta alla clinica. Per l’esecuzione della pena ora gli atti saranno trasmessi da Roma a Milano, dove se ne occuperà la procura generale. I difensori di Antinori, che ha già compiuto 75 anni, hanno chiesto per il loro assistito la detenzione domiciliare. Il sostituto procuratore Daniela Meliota in secondo grado aveva chiesto 9 anni per il celebre medico e ‘padre’ della procreazione assistita. In base alla ricostruzione dei fatti, l’infermiera spagnola Hanae Messuak, ricoverata e operata nella clinica milanese Matris nell’aprile del 2016 si era sottoposta all’espianto di ovuli per ‘donarli’ ad altre coppie pazienti di Antinori. La ragazza, però, poco prima dell’intervento aveva cambiato idea, senza riuscire a interrompere il procedimento. Una volta dimessa dalla clinica Matris, la giovane infermiera, rappresentata dall’avvocata Roberta De Leo, aveva denunciato Antinori e i suoi collaboratori, tra cui l’anestesista e l’assistente del professore, e i medici erano stati accusati anche di avere contraffatto i documenti con cui aveva prestato il suo consenso all’operazione. Ora, dopo la condanna definitiva, scatta per Antinori anche la sospensione dalla professione medica. Per la segretaria della clinica, Bruna Balduzzi, e l’anestesista Antonino Marcianò era stata accolta la richiesta di patteggiamento, rispettivamente a due anni e due anni e sei mesi. Nello stesso processo era stato condannato a due anni e sei mesi, oltre a una multa di mille euro, Giovanni Carabetta, anche lui imputato insieme ad Antinori, per estorsione e minaccia ad una coppia di clienti. Altri due imputati di un processo collaterale (che è stato però unificato a quello principale) per traffico di ovuli sono stati condannati a 8 mesi.