(di Mauro della Porta Raffo) Così perentoriamente oggi sul Corriere della Sera nella pagina dedicata agli Esteri un tal Davide Casati sostenendo che mai un Presidente sconfitto nel tentativo di essere confermato alla Executive Mansion si sia poi ricandidato come, si ipotizza, potrebbe fare Donald Trump nel 2024.
Orbene – come perfino al Corriere dovrebbero sapere (e ignorano, voce del verbo ignorare!) – nel 1888 il democratico Grover Cleveland, vittorioso quattro anni prima e in carica dal 1885, fu sconfitto dal repubblicano Benjamin Harrison.
Nel successivo 1892, si ripropose contro lo stesso avversario e vinse nuovamente.
Si tratta fra l’altro di un caso che chiunque anche solo mastichi di Presidenziali Americane conosce perfettamente (ah, è vero, dimenticavo, nei media e negli Istituti di gran nome tutti quanti parlano sul tema non ne hanno storicamente la minima conoscenza e inventano).
È difatti Cleveland per questi accadimenti conteggiato sia quale ventiduesimo che come ventiquattresimo inquilino di White House.
PS: La preparazione storica e istituzionale dello staff di Barack Obama era talmente bassa che nel discorso inaugurale del 20 gennaio 2009 gli fecero dire testualmente “Sono il quarantaquattresimo Americano a giurare” quando era invece il quarantaquattresimo Presidente ma solo il quarantatreesimo Americano visto che il più volte citato Cleveland era una sola persona, non due.
E se qualcuno sapesse di cosa parla?