Non c’è solo PagoPa per i pagamenti alla Pubblica Amministrazione: l’Antitrust segnala che si può pagare anche con la domiciliazione bancaria.
La Pubblica Amministrazione può prevedere altri metodi di pagamento da parte dei cittadini oltre alla modalità PagoPa. Ad esempio la domiciliazione bancaria per il pagamento di tasse come la Tari. Lo rileva l’Antitrust, in una segnalazione sull’obbligo d’uso di PagoPa nella Pa. Anzi, il Decreto Rilancio prevede che gli enti territoriali possano addirittura “premiare” coloro che per i pagamenti si avvalgano della domiciliazione bancaria.
A questi cittadini si può applicare una riduzione fino al 20% dell’aliquota. Peraltro l’obbligo di PagoPa è stato prorogato al 28 febbraio 2021.
Secondo l’Antitrust, “modifiche, deroghe e proroghe” sulla disciplina delle modalità di pagamento alle amministrazioni pubbliche hanno “creato incertezza e condotto alcune amministrazioni a restringere le modalità ammesse per i versamenti”.
L’Autorità ha rilevato inoltre che, nonostante il Codice dell’Amministrazione Digitale preveda un obbligo generalizzato di utilizzo esclusivo della piattaforma PagoPA, le relative Linee Guida precisano che si possano affiancare anche altri metodi di pagamento, tra cui la domiciliazione bancaria.
Questo quadro, conclude l’Autorità, ha generato incertezza nelle Amministrazioni Pubbliche, tanto che alcune, anche importanti dal punto di vista demografico, hanno ristretto al solo sistema PagoPA le modalità ammesse per i pagamenti (escludendo, ad esempio, la domiciliazione bancaria per il pagamento di tasse come la Tari).
Agi e Antitrust