Il Consiglio di Amministrazione di Enel (nella foto, l’a. d. Francesco Starace),
presieduto da Michele Crisostomo, ha esaminato ed approvato il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2020, nonché il prospetto contabile di Enel riferito alla medesima data e la relazione, da cui risulta che la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Società consente la distribuzione di un acconto sul dividendo per l’esercizio 2020 pari a 0,175 euro per azione, che verrà messo in pagamento a decorrere dal 20 gennaio 2021. Nei primi nove mesi del 2020, il risultato netto ordinario del Gruppo ammonta a 3.593 milioni di euro, rispetto ai 3.295 milioni di euro dell’analogo periodo del 2019, registrando un incremento di 298 milioni di euro (+9,0%). La variazione positiva è principalmente attribuibile all’andamento del risultato della gestione operativa ordinaria, a cui si aggiungono: ‒ la riduzione degli oneri finanziari netti, principalmente per il decremento degli interessi passivi su debiti finanziari in America Latina e per l’effetto delle operazioni di rifinanziamento del debito effettuate negli ultimi 12 mesi a tassi di interesse più vantaggiosi; ‒ i migliori risultati conseguiti dalle società valutate con il metodo del patrimonio netto, soprattutto per effetto della rilevazione nei primi nove mesi del 2019 della minusvalenza conseguita negli Stati Uniti, principalmente per gli effetti derivanti dal riacquisto di alcune società dalla joint venture EGPNA REP; ‒ un decremento della quota di utili spettante alle minorities dovuto ai migliori risultati conseguiti in Spagna e all’incremento delle interessenze detenute in Enel Américas ed Enel Chile. Il risultato operativo (EBIT) dei primi nove mesi del 2020 ammonta a 6.975 milioni di euro, in aumento di 2.776 milioni di euro (+66,1%) rispetto all’analogo periodo del 2019. La variazione positiva risente dei minori ammortamenti e perdite di valore per 3.280 milioni di euro, rispetto agli adeguamenti di valore effettuati nel corso dei primi nove mesi del 2019 su taluni impianti a carbone in Italia, Spagna, Cile e Russia per complessivi 4.002 milioni di euro. In particolare, nei primi nove mesi del 2020 sono stati rilevati (i) l’adeguamento di valore, pari a 737 milioni di euro, concernente l’impianto a carbone di Bocamina II in Cile per effetto della sua dismissione anticipata nell’ambito del processo di decarbonizzazione avviato dal Gruppo e (ii) maggiori svalutazioni su crediti commerciali in Italia, Spagna e America Latina per 213 milioni di euro principalmente legate agli effetti derivanti dall’epidemia da COVID-19.