Intesa Sanpaolo ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto contabile pari a 6,37 miliardi. Escludendo i due mesi di apporto di Ubi Banca e il goodwill negativo originato dall’aquisizione della stessa, l’utile netto è stato pari a 3,073 miliardi, superiore ai 3 miliardi di utile netto minimo indicati dall’istituto per il 2020. Escludendo anche le rettifiche di valore su crediti per i futuri impatti del Covid-19, pari a 1,312 miliardi, l’utile netto, evidenzia la banca, sarebbe pari a 3,956 miliardi (+20% sullo stesso periodo del 2019. Sul fronte degli altri numeri di bilancio, il Cet1 pro-forma a regime, deducendo dal capitale i dividendi maturati nei primi 9 mesi del 2020, è pari al 15,2%; in calo i costi operativi, scesi del 3,7%, mentre migliora la qualità del credito. In ripresa interessi netti e commissioni, che nel terzo trimestre sono cresciuti del 3,9 e del 6,7% sul trimestre precedente. “Nei primi nove mesi dell’anno, a fronte di un contesto molto impegnativo, abbiamo conseguito un utile netto pari a 3,1 miliardi di euro. Ciò significa che nei soli primi nove mesi dell’anno abbiamo superato l’impegno previsto per il 2020, ovvero quello di un utile netto di almeno 3 miliardi”. A rimarcarlo l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina (nella foto), dopo l’approvazione da parte del cda dell’istituto dei conti al 30 settembre. “Considerando i 3,3 miliardi di goodwill negativo e il risultato proveniente, in soli due mesi, da Ubi Banca, l’utile balza a 6,4 miliardi. Nel quarto trimestre decideremo come utilizzare il goodwill negativo per rafforzare il bilancio della banca e affrontare il 2021 in una condizione di ulteriore solidità”, ha aggiunto, evidenziando come i ricavi, nel terzo trimestre, abbiano beneficiato “di una significativa ripresa del margine di interesse e delle commissioni”. “Inoltre, il flusso netto delle masse di risparmio in gestione è in accelerazione. Continua il forte calo dei costi, confermando il nostro livello di efficienza operativa tra più elevati a livello europeo”, rivendica il banchiere, che sottolinea anche la riduzione dello “stock dei crediti deteriorati di 3 miliardi di euro nei nove mesi” e un flusso di nuovi crediti deteriorati “al livello più basso mai registrato nei primi nove mesi dell’anno”. Intesa Sanpaolo è “una delle banche meglio posizionate per poter riprendere la distribuzione dei dividendi una volta avuta l’autorizzazione della Bce”, annuncia Messina. E ancora: Intesa Sanpaolo è “una macchina da risultati”.