Cig Covid e blocco licenziamenti: ecco il tesoretto del fondo SURE
La presidente della Commissione europea l’aveva anticipato la scorsa settimana, i fondi Sure per garantire la cassa integrazione in Italia sono pronti per essere utilizzati. Si tratta di 10 miliardi che già da oggi saranno a disposizione dell’esecutivo per essere inseriti come garanzia nel braccio di ferro che va avanti tra sindacati e Confindustria sul nodo del blocco dei licenziamenti.
“Diciamo alle imprese non licenziate i vostri lavoratori, daremo dei sussidi in denaro attraverso i fondi europei per tutto il tempo della crisi”, ha esortato Ursula von der Leyen nell’intervista al Tg1 in cui ha annunciato la disponibilità delle risorse per l’Italia.
Intanto domani a Palazzo Chigi sono attesi i sindacati. Le richieste dei rappresentanti dei lavoratori sono ormai note da tempo: blocco dei licenziamenti per tutta la durata della Cig Covid quindi, in base alla disponibilità del Governo di finanziare gli ammortizzatori sociali che la ministra del Lavoro ha garantito per 18 settimana, fino a marzo. I rappresentanti dei lavoratori hanno già rifiutato la proposta del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che aveva offerto una settimana fa lo stop dei licenziamenti fino al 31 gennaio, un termine giudicato insufficiente per proteggere i lavoratori dipendenti dalle conseguenze economiche anche viste le nuove strette varate e l’impennata dei contagi che suggerisce altre misure da parte del Governo.
Dall’altra parte del tavolo ci sono le imprese e Confindustria, che hanno ormai digerito la pillola del blocco ai licenziamenti ma chiedono che sia legato all’utilizzo della Cig Covid e non solo alla sua esistenza. Una posizione che però non convince i sindacati che chiedono che la Cassa Covid sia usata, sostenendo che esistono già delle condizioni per aggirare il blocco per le imprese che hanno necessità di licenziare.
Tra i due fuochi il Governo che si prepara con il Decreto Ristoro e poi con la Legge di Bilancio a mettere subito sul piatto i fondi arrivati da Bruxelles e rispettare gli impegni presi nelle scorse settimane sul fronte occupazione. L’idea è quella di garantire le prime sei – al massimo dieci – settimane con il provvedimento atteso per oggi e poi concludere il quadro con la Legge di Bilancio. Una modalità che non convince però i sindacati che chiedono garanzie fin da subito. La palla ora passa a Conte a cui spetterà l’ultima parola sul dossier.
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