Intesa Sanpaolo comunica di avere firmato questa notte, con le Segreterie nazionali e le Delegazioni di Gruppo di FABI, FIRST CISL, FISAC/CGIL, UILCA e UNISIN, l’accordo sindacale finalizzato nel contempo a un ricambio generazionale senza impatti sociali e a continuare ad assicurare un’alternativa ai possibili percorsi di riconversione/riqualificazione professionale e la valorizzazione delle persone del Gruppo Intesa Sanpaolo risultante dall’acquisizione di UBI Banca perfezionata lo scorso 5 agosto. L’accordo individua le modalità e i criteri per il raggiungimento dell’obiettivo di almeno 5.000 uscite volontarie entro il 2023, con l’accesso al pensionamento o al Fondo di Solidarietà da parte delle persone del Gruppo. Inoltre, entro il 2023 saranno effettuate assunzioni a tempo indeterminato nel rapporto di un’assunzione per ogni due uscite volontarie, fino a comunque 2.500 assunzioni, a fronte delle almeno 5.000 uscite volontarie previste, non computando a tal fine le uscite delle persone che saranno trasferite per effetto dei trasferimenti di rami di azienda. Le assunzioni saranno destinate a sostenere la crescita del Gruppo e le nuove attività, avendo attenzione al supporto alla Rete e alle zone svantaggiate del Paese, anche attraverso la “stabilizzazione” delle persone attualmente in servizio con contratto a tempo determinato. Il Gruppo prevede che almeno la metà delle assunzioni riguardi le province di insediamento storico di UBI Banca (Bergamo, Brescia, Cuneo e Pavia) e il Sud Italia. La firma dell’accordo, in largo anticipo rispetto alla scadenza di fine anno originariamente prevista, evidenzia l’efficace progressione del processo di integrazione. L’accordo prevede in particolare che: – l’offerta riguardante le uscite volontarie venga rivolta a tutte le persone delle società italiane del Gruppo Intesa Sanpaolo che applicano i CCNL Credito, compresi i dirigenti; – possa aderire, secondo modalità comunicate dal Gruppo, chi abbia maturato i requisiti di pensionamento entro il 31 dicembre 2026, incluse le regole di calcolo cosiddette “Quota 100” e “Opzione donna”; – le persone che, pur avendo aderito all’Accordo Intesa Sanpaolo 29 maggio 2019 o all’Accordo UBI 14 gennaio 2020, non siano rientrate nelle graduatorie possano presentare domanda di uscita volontaria alle condizioni definite; – nel caso in cui le domande di pensionamento o accesso al Fondo di Solidarietà risultassero superiori al numero di 5.000 venga redatta una graduatoria unica a livello di Gruppo sulla base della data di maturazione del diritto alla pensione; nella graduatoria venga data priorità alle persone che hanno in precedenza aderito all’accordo 29 maggio 2019 ex Gruppo Intesa Sanpaolo o all’accordo 14 gennaio 2020 ex Gruppo UBI e non siano rientrate tra le uscite previste, nonché ai titolari delle previsioni ex art. 3, comma 3 della L. 104/1992 per sé e alle persone disabili con percentuale di invalidità non inferiore al 67%. Carlo Messina, nella foto, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, ha così commentato l’accordo firmato questa notte: “L’accordo siglato oggi, dopo un negoziato rapido ed efficace, permette di raggiungere un risultato basato, per entrambe le parti, sulla volontà di tutelare l’occupazione, di favorire lo sviluppo professionale delle persone, di rispettarne le aspirazioni. In un quadro generale segnato da una notevole complessità, confermiamo l’assunzione – a tempo indeterminato – di 2.500 giovani. I nuovi ingressi potranno sostenere la crescita del Gruppo e le sue nuove attività; presteremo attenzione particolare al sostegno alle nostre reti territoriali e alle zone svantaggiate del Paese. Il nostro grazie va alle sigle sindacali per il rapporto solido e costruttivo stabilito negli anni: una volta di più ha portato a risultati positivi per l’occupazione e alla conferma dei piani di sviluppo di Intesa Sanpaolo, rafforzati sin da ora dalle competenze e professionalità delle persone provenienti da UBI, nella prospettiva di un’ulteriore affermazione della propria leadership in Europa”.