Sul tavolo i temi del Golden Power e della Cybersecurity – da ancorare alle decisioni di Bruxelles – e la posizione da tenere martedì prossimo quando a Roma sbarcherà il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo
Né Cina né Stati Uniti, l’Italia sul 5G si affida all’Europa. La riunione di ieri sera tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed i ministri di Economia e Sviluppo economico, Gualtieri e Patuanelli, è servita a condividere una linea comune da seguire nella partita del 5G e a ribadire la necessità che l’Unione europea conservi una propria indipendenza tecnologica. Sul tavolo i temi del Golden Power e della Cybersecurity – da ancorare alle decisioni di Bruxelles –
La posizione da tenere martedì prossimo quando a Roma sbarcherà il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, il braccio armato di Donald Trump, che sta contrastando presso tutte le cancellerie del mondo l’influenza tecnologica cinese ed Huawei.
“Con il passare del tempo – ha già dichiarato Pompeo – vedrete che le tecnologie occidentali che sono verificabili, affidabili e trasparenti domineranno i mercati delle telecomunicazioni”.
“La riunione di questo pomeriggio – hanno spiegato fonti di Palazzo Chigi al termine dell’incontro – è servita per fare il punto sullo stato della legislazione italiana, con particolare riguardo all’attuazione delle varie previsioni legislative, anche da ultimo introdotte (ad esempio nel decreto Liquidità), mirate a rafforzare il sistema di difesa e sicurezza nazionale rispetto ai servizi di comunicazione 5G”.
Governo unito quindi dietro lo scudo europeo, una linea “condivisa” all’interno delle forze di maggioranza in “piena consapevolezza dei potenziali rischi connessi alle nuove tecnologie e della necessità di adottare sempre nuove iniziative che rafforzino il livello di protezione, avendo come primario criterio di riferimento la tutela della sicurezza nazionale”.
“Il confronto – hanno spiegato da Palazzo Chigi – ha condotto a una condivisa valutazione positiva dell’assetto normativo di cui l’Italia si è dotata negli ultimi tempi, che appare ben strutturato, orientato alla definizione e prescrizione di standard di sicurezza molto elevati, e idoneo a garantire un adeguato livello di protezione delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di rilevanza strategica“.
Ma, se dall’incontro di ieri è apparsa la chiara volontà di seguire l’Europa, meno chiara è la posizione che sta seguendo l’Europa sul 5G e sui rapporti con Huawei. A questo proposito la Cina sembra ancora non aver preso una posizione definitiva ed invita i Paesi membri a garantire la diversificazione delle imprese di tlc all’interno del territorio e ad allargare in un regime di libera concorrenza l’utilizzo del 5G.
Su questo punto il vertice a Palazzo Chigi è servito a fare il quadro della situazione anche in merito alle ultime indicazioni della Commissione europea contenute nel “Toolbox”, il pacchetto di misure che mira ad un approccio comune sulla messa in sicurezza delle reti 5G. È ormai prossima la scadenza del primo ottobre 2020, data entro la quale Stati membri e Commissione dovranno stabilire l’eventuale necessità di ulteriori azioni.
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