Il Premier starebbe ragionando sulla possibilità di allungare la scadenza, ad oggi fissata al 15 ottobre, alla fine dell’anno per meglio gestire i prossimi mesi di emergenza. Ma la mossa, secondo molti, è anche politica
Stato d’emergenza: due parole che ci accompagnano ormai da diversi mesi con le quali abbiamo imparato a familiarizzare. Prorogato, in mezzo alle polemiche, specie da parte delle opposizioni, fino al prossimo 15 ottobre, in tanti iniziano a chiedersi cosa succederà allo scoccare della “data x” che avanza a grandi passi. Secondo indiscrezioni dell’ultima ora – ma è bene precisare ci si muove nel campo delle ipotesi – il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarebbe
pronto a prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2020, mossa che consentirebbe all’esecutivo dì gestire l’emergenza coronavirus durante i mesi autunnali.
La curva dei contagi nel nostro Paese, seppur in costante crescita, è per fortuna ancora sotto controllo. Niente a che vedere, per capirci, con i numeri shock che si stanno registrando ad esempio nella vicina Francia con i casi che ieri hanno di nuovo sfondato quota 10mila imponendo nuovi lockdown circoscritti, ma la verità è che si brancola ancora nel buio. E nessuno può prevedere cosa succederà quando anche l’influenza deciderà di entrare in gioco.
L’idea della proroga alla fine dell’anno è tutt’altro che nuova. Già a luglio, l’intenzione del Governo era quella di “tagliare al testa al toro”, fissando lo stato di emergenza al 31 dicembre. Poi la retromarcia forzata ma inevitabile, in scia alle accese proteste delle opposizioni.
A riportare l’ipotesi sotto i riflettori ci ha pensato nelle scorse ore, Il Foglio anticipando che il Premier, in vista dell’imminente scadenza, sarebbe pronto a rilanciare la proroga. Passaggio questo che servirebbe anche a compattare la maggioranza di Governo che si prepara ad affrontare con molti timori l’election day del 20 e 21 settembre che potrebbe provocare un vero e proprio tsunami nella maggioranza. Se gli elettori decidessero di premiare le forze di opposizioni, bocciando, seppur a livello regionale, sarebbero guai per Pd e M5s. E per Conte.
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