L’estate 2020 dal punto di vista climatologico si classifica come la più bollente mai registrata in Europa da 112 anni con un anomalia di addirittura 2,08 gradi rispetto alla media. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti sulla base degli ultimi dati del National Climatic Data Centre (Noaa) dai quali si evidenzia peraltro che è anche stata la terza più calda sul pianeta facendo registrare una temperatura media sulla superficie della Terra e degli oceani, superiore di 0,92 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.
Anche in Italia si accentua la tendenza al surriscaldamento con l’estate che è stata di oltre mezzo grado (+0,57 gradi) più calda della media storica sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr. Gli effetti si fanno sentire sui comportamenti di consumo in un inizio settembre anomalo in cui si registrano boom nei consumi di gelati e frutta ma anche sull’ambiente con la presenza ancora diffusa di insetti e zanzare. Ma a preoccupare è soprattutto il fatto che la tendenza al surriscaldamento è ormai strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine anche il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003.
Gli effetti si sono già fatti sentire, viene sottolineato, con una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. Il ripetersi di eventi estremi sono costati all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. L’agricoltura, conclude la Coldiretti, è infatti l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli.