Dalla possibilità di chiedere prestiti personali a privati online alle forme di finanziamento dal basso che consentono di raccogliere risorse sul web per portare avanti un progetto o per ottenere aiuto per la propria impresa: sono diverse le piattaforme digitali che permettono di ricevere un sostegno finanziario da un gruppo di persone da un lato e di investire denaro dall’altro, senza dover ricorrere alle banche. E le possibilità non si limitano solo a crowdfunding o sociale lending, ma diventano più mirate con la raccolta di liquidità per specifici progetti o imprese in difficoltà, secondo il modello dell’acquisto solidale anticipato.
La crowdliquidity. Tra le novità c’è LiUU – Lift Us Up, una nuova piattaforma creata da un team di consulenti finanziari, che si basa sull’idea della cosiddetta crowdliquidity, ovvero un processo collaborativo attraverso il quale un gruppo di persone decide di supportare un’attività esistente, per esempio ristoranti, bar, alberghi e altri esercizi commerciali, che si trova in una situazione di difficoltà temporanea legata alla disponibilità di liquidità, vista anche la situazione problematica dal punto di vista economico che si è verificata in seguito all’emergenza sanitaria. Il supporto avviene tramite l’offerta immediata di liquidità all’attività commerciale che, a fronte del pagamento, offre un prodotto o servizio di cui usufruire in un futuro. Il modello di business è quello dell’acquisto solidale anticipato, che garantisce alle imprese una nuova linea di liquidità per coprire i costi della struttura e degli stipendi, e contemporaneamente permette al consumatore finale di aiutarle ottenendo servizi e prodotti a prezzi vantaggiosi, che potrà utilizzare a partire da una data futura.
La differenza rispetto al crowdfunding è che se questo si esaurisce con il raggiungimento dell’obiettivo di raccolta in un tempo stabilito e di norma prevede la restituzione del denaro qualora la campagna non vada a buon fine, la nuova piattaforma funziona come raccolta ed erogazione costante di liquidità: non ci sono vincoli temporali e i fondi raccolti vengono erogati settimanalmente alle imprese che aderiscono. Sul sito sono visibili le campagne da sostenere; per i commercianti l’apertura di una campagna è gratuita, ma è prevista una commissione per ogni transazione ricevuta tramite il sito.
Il crowdfunding. Poi c’è il crowdfunding, una formula che permette di raccogliere fondi e di finanziare progetti: si tratta di un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere persone e organizzazioni.about:blank
Ci sono diverse forme: per esempio il crowdfunding donation-based con carattere solidale e sociale; il crowdfunding reward based, che prevede per l’investitore una ricompensa commisurata con il contributo; e l’equity crowdfunding (per cui la Consob ha emanato un apposito regolamento), una modalità di finanziamento che consente a società non quotate di raccogliere risorse finanziarie dal pubblico a fronte di quote azionarie. In quest’ultimo caso quindi investendo il proprio denaro in un progetto si comprano azioni o quote e si diventa a tutti gli effetti soci della società che sta portando avanti un progetto imprenditoriale o di investimento.
Tra le piattaforme di equity crowdfunding c’è per esempio Mamacrowd, autorizzata da Consob, che offre la possibilità a chiunque di investire in progetti innovativi italiani, startup e piccole medie imprese.
Oppure c’è Eppela, una piattaforma reward based, che consente di pubblicare progetti, prodotti, servizi, cause sociali, offrendo una ricompensa a chi offre un sostegno economico. Le modalità di raccolta sono due: «All or nothing», con cui si riceve il budget raccolto solo se si raggiunge o se si supera il traguardo prefissato, oppure «Keep it all», riservata a progetti di solidarietà gestiti da associazioni no profit o da utenti privati, con cui non si è vincolati al raggiungimento del budget ma si riceve l’importo raccolto sino alla scadenza temporale del progetto.
Il social lending. Un’altra formula di finanziamento collettivo è il social lending: ci sono piattaforme digitali (munite dell’apposita autorizzazione dalla Banca d’Italia) dedicate al prestito tra privati che, senza l’intermediazione delle banche, mettono in relazione persone interessate a prestare denaro, ricavando un beneficio economico, con chi ha bisogno di un prestito, con la possibilità quindi di ottenere condizioni economiche più favorevoli rispetto a quelle proposte dai normali istituti.
In quest’ambito c’è per esempio Soisy, che mette a disposizione una piattaforma online che consente il finanziamento da parte di investitori privati di acquisti nei siti di e-commerce partner: il cliente finale che effettua un acquisto su un sito convenzionato ottiene un finanziamento che può pagare in rate, mentre l’importo totale viene accreditato all’e-commerce. Le tempistiche sono rapide, visto che servono pochi minuti per un preventivo e per conoscere l’esito di una richiesta di rateizzazione, e dopo 24 ore il finanziamento se approvato viene accreditato all’e-commerce che può consegnare il prodotto.
Un’altra realtà che opera nell’ambito è Prestiamoci, che gestisce l’omonimo market place di prestiti personali fra privati a cui prende parte finanziando i prestiti erogati a fianco dei propri clienti investitori. In questo caso l’utente richiede un finanziamento e se possiede i requisiti di merito creditizio richiesti, il prestito viene inserito nel sito; il prestatore mette a disposizione un capitale, che viene suddiviso in quote di 50 euro (in questo modo gli investitori diversificano il proprio portafoglio riducendo il rischio e ottimizzando il rendimento), e potrà selezionare i singoli prestiti oppure potrà decidere un rendimento atteso lasciando alla piattaforma il compito di comporre automaticamente il proprio portafoglio. Oppure c’è Smartika, che consente di chiedere un finanziamento personale dai mille ai 15 mila euro, da rimborsare in 12, 24, 36 o 48 mesi, che viene fornito dai prestatori che hanno scelto di investire con il sito; il tasso applicato varia in base al merito creditizio del richiedente e dipende da quelli offerti dai prestatori al momento.
Irene Greguoli Venini, ItaliaOggi Sette