«Il peso delle pensioni anticipate su quelle di vecchiaia che aveva visto un importante aumento nel 2019 rispetto all’anno precedente, sia per l’aumento dell’età legale sia per l’introduzione della quota 100, conferma nel primo semestre 2020 il suo andamento decrescente». Lo sottolinea l’Inps osservando che «il rapporto tra le pensioni di invalidità e quelle di vecchiaia nel primo semestre 2020 si presenta pari ad un terzo di quello calcolato sull’intero anno 2019;
Tale diminuzione è imputabile al numero più elevato delle pensioni di vecchiaia liquidate nel primo semestre del 2020 congiuntamente al numero decrescente che le pensioni di invalidità presentano negli ultimi anni». Inoltre «la percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili presenta, rispetto al dato annuo del 2019, un valore superiore di 18 punti passando da 96 a 114, con un netto sorpasso nel primo semestre del 2020 delle pensioni femminili rispetto a quelle maschili». Infine «a livello territoriale il peso percentuale delle pensioni liquidate a residenti nel Nord Italia resta sostanzialmente il medesimo (50% nel 2019 e 52% nel primo semestre 2020)».
Netto il calo delle uscite anticipate, in linea con il calo delle domande per Quota 100. Le uscite anticipate si sono fermate a 97.671. Nel 2019 gli anticipi, invece, sono stati ben 204.741. L’aumento delle pensioni di vecchiaia secondo l’Inps è riconducibile anche all’aumento dei requisiti anagrafici e retributivi dello scorso anno rispetto al precedente, che invece non sono cambiati nell’anno in corso.
Corriere.it