Alberto Brambilla, ex sottosegretario al welfare e presidente di Itinerari previdenziali, accusa apertamente il governo e l’Inps: “Stanno studiando una riforma ancora più dura rispetto al passato”
Sulle pensioni ci sono troppe “fake news“, forse “per nascondere le mance che hanno elargito sotto Covid e per non affrontare i veri nodi della previdenza”. Alberto Brambilla, presidente centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali con una lunga esperienza nel ministero del Lavoro – dove ha ricoperto anche il ruolo di sottosegretario – ci va giù pesante e, in un’intervista a La Verità, prende posizione sui dati che sono girati negli scorsi giorni sul numero dei pensionati in Italia e sull’equilibrio delle spese previdenziali.
Si parte dai numeri forniti dalla Cgia di Mestre, secondo cui il numero dei pensionati in Italia avrebbe superato quello dei lavoratori durante il periodo di Covid-19, ma si tratterebbe di un dato “fuorviante. I pensionati sono molti meno dei lavoratori, semmai sono le prestazioni previdenziali che sono di più, ma perché in Italia si percepisce spesso più di una pensione”. Ma allora perchè non il governo non ha smentito questi dati soprattutto in un momento in cui dall’Europa – causa gruppi dei “frugali” guidati dall’Olanda – arrivano pressioni fortissime per far saltare quota 100 e modificare il nostro sistema pensionistico? Per il presidente del centro studi la risposta è semplice:”Non hanno smentito le cifre sui pensionati – chiarisce Brambilla a La Verità – perché non vogliono fare chiarezza sul fatto che questo governo sta buttando miliardi e miliardi nel più improduttivo assistenzialismo. La spesa per le pensioni non c’entra quasi nulla, ma la ministra Nunzia Catalfo tace e non rassicura l’Europa, mentre il Pd spinge per cancellare ogni traccia dei provvedimenti del governo gialloblù, anche se a dire il vero quota 100 non è tecnicamente impeccabile”.
Per l’ex sottosegretario al welfare, “fare chiarezza su cosa è spesa previdenziale e cosa spesa assistenziale”: “Affermare che i pensionati hanno superato i lavoratori attivi è una fake news. I lavoratori dipendenti erano nel 2019 23 milioni e mezzo contro 16 milioni e 200.000 pensionati. È vero che per effetto del Covid i dipendenti sono un po’ scesi e per effetto di quota 100 i pensionati sono un po’ aumentati, ma siamo a 22 milioni e 400.000 lavoratori contro 16 milioni e 400.000 pensionati. E comunque chi è uscito dal lavoro con quota 100 con un anticipo di due anni poi non peserà sulle prossime statistiche”.
Secondo Brambilla “Il rapporto tra attivi e pensionati si è un po’ deteriorato passando da 1,44 a 1,36, ma da qui a dire che c’è stato il sorpasso ce ne corre”. “La spesa pensionistica in Italia – continua l’esperto in materia previdenziale – èstimata in 297 miliardi, ma lì dentro c’è di tutto. La spesa vera per le pensioni è pari a 207 miliardi, di questi lo Stato se ne riprende sotto forma di tasse 50 miliardi. Dunque le pensioni sono pari a 155 miliardi, non a 300”.
La differenza, quindi, sarebbe legata alle “troppe forme di assistenzialismo”, ma alla fine se la prendono solo con i pensionati anche se “la spesa per le pensioni è pari a 150 miliardi ed è sostenibile”. Si potrebbe arrivare a delle migliorie introducendo il superbonus voluto dall’allora ministro Maroni, che “Fa risparmiare e aumenta la produttività. Ma non si può neppure penalizzare chi vuole andarsene. Invece mi pare – conclude Brambilla – che sia in arrivo una Fornero bis ancora più dura”.
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