(di Tiziano Rapanà) Piccola confessione: leggo Mughini. Faccio parte del club dei lettori, che non perdono una riga vergata dal prode intellettuale. Gli ignoranti manichei non meritano mezza riga di considerazione, chi vede il mondo in bianco e nero è un citrullo. Giampiero Mughini è uno dei pochi a cogliere e benedire le diecimila sfumature di grigio, quello della vita vera e non certo il grigio di quella perfida trilogia narrativa che di erotico non aveva nulla. Oggi Mughini si è scagliato, su Dagospia, contro chi aveva del mondo una visione netta e incontrovertibile: è inutile che vi spieghi l’antefatto, correte a leggere il pezzo. E visto che ci siete, recuperate il bell’articolo di Elena Stancanelli sulla Stampa di oggi. Con tatto e signorilità racconta la tragedia dei padri criminali che uccidono i figli per ripicca alle ex mogli. L’articolo prende spunto dal duplice delitto avvenuto ieri nel lecchese: un signore ha ucciso i due figli e poi si è suicidato. E siccome non c’è due senza tre, vi consiglio il terzo pezzo firmato da Enrico Ruggeri. Il cantautore ha scritto un interessante elzeviro sul Giornale di Sallusti, in lode di Pirandello, con una piccola polemica intellettuale ai danni del povero Verga. Pirandello è superiore a Verga, su questo non ho dubbi, ma Ruggeri calca un po’ la mano. Il cantautore consiglia di leggere due novelle strepitose di Pirandello: La giara e La patente. Se Ruggeri permette, vi consiglio anch’io qualcosa del genio di Pirandello. Oltre alle due novelle, leggete Enrico IV: è uno splendido testo teatrale che analizza magistralmente la figura dell’inetto.