Il Rapporto dellʼIspettorato, volto al contrasto dei licenziamenti mascherati, fa notare “come di consueto la maggior parte delle dimissioni riguardi le madri”. 13mila i papà che hanno lasciato il posto
Sono 37.611 le lavoratrici neo-mamme che si sono dimesse nel 2019. I papà che hanno lasciato il posto sono stati 13.947. I dati sono quelli dell’Ispettorato che ogni anno fa un’attività di verifica per prevenire licenziamenti mascherati da dimissioni. In tutto, si legge nel Rapporto, sono stati emessi 51.558 provvedimenti, con un “leggero” incremento sul 2018 (+4%). “Come di consueto – si fa notare – la maggior parte ha riguardato le madri”.
Nei casi riportati c’è il “bollino” dell’Inl che ha convalidato il provvedimento in questione, sentendo i lavoratori, con figli sotto i tre anni, e informandoli sui loro diritti di lavoratrici madri o lavoratori padri.
In Italia difficile coinciliare maternità e lavoro Nelle quasi totalità dei casi si tratta di dimissioni volontarie (49mila). Ciò però non sana la complicazione nel conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro. Un problema che ricade sulle donne. E infatti tra le motivazioni indicate c’è proprio la difficoltà di “conciliare l’occupazione lavorativa con le esigenze di cura della prole”. Difficoltà registrata in quasi 21mila casi e che matura, stando all’analisi dell’Ispettorato, quando non si hanno nonni e altri parenti a supporto o viene giudicato troppo elevato il costo di asili nido o di baby sitter o, ancora, quando ci si ritrova davanti al mancato accoglimento del figlio presso il nido.
Spesso si cambia azienda per migliorare le proprie condizioni di lavoroC’è da dire però che la motivazione della mancata connessione tra l’impiego e la famiglia si accompagna a un’altra spiegazione: “il passaggio ad altra azienda”, indicato in un numero sempre crescente di casi (oltre 20mila nel 2019). Cosa che potrebbe eventualmente suggerire un travaso in imprese che, almeno agli occhi del lavoratore-genitore, offrono condizioni più favorevoli rispetto alla realtà da cui ci si dimette.
Tra le altre dimissioni anche quelle per giusta causa. Oltre alle dimissioni volontarie, gli altri provvedimenti di convalida hanno riguardato dimissioni per giusta causa (1.666) che si determinano quando il lavoratore lascia in tronco, recede anticipatamente dal rapporto a fronte di un inadempimento del datore di lavoro (ad esempio perché non gli è stato pagato lo stipendio). Residuale il numero delle risoluzioni consensuali (884), quando entrambe le parti, insieme, decidono di interrompere il contratto.
Tgcom24