L’economia lombarda “è ripartita” e, dopo il punto di minimo toccato ad aprile nel pieno del lockdown, a maggio l’attività produttiva si è riportata in media sui livelli di marzo. Il recupero, però, è ancora parziale, e il mese scorso segna un -30% sul fronte dell’attività produttiva. A stimarlo, in uno speciale sull’economia della Lombardia nel confronto nazionale ed europeo, disponibile sul magazine “Genio & Impresa”, è Assolombarda. Secondo l’associazione, la principale delle territoriali di Confindustria, “il recupero è proseguito gradualmente (l’attività risulta maggiore a fine maggio rispetto alla prima settimana), ma è ancora parziale, tanto che tutti gli indicatori continuano a evidenziare segno negativo rispetto al periodo pre-Covid”. Lo shock causato dalla pandemia “è stato omogeneo per classi di impresa: le piccole, le medie e le grandi del manifatturiero lombardo hanno sperimentato tutte una contrazione di analoga entità” (-10% la produzione nel primo trimestre 2020); importante è stata anche la battuta d’arresto dell’export (-3,0% nel primo trimestre, con un calo verticale del -13,1% a marzo), che ha coinvolto tutti i settori con le uniche eccezioni della farmaceutica e dell’alimentare. I comparti più colpiti nelle vendite all’estero sono invece automotive, metalli e meccanica, con flessioni superiori al -10%. Il progressivo miglioramento nel corso del mese di maggio è comunque chiaro. Secondo i dati settimanali dei consumi di energia elettrica, in Italia nella prima settimana di maggio il calo è stato pari al -11% rispetto al 2019, per poi ridursi al -7% nell’ultima settimana. “In Lombardia rileviamo una ripresa similare, pur leggermente più lenta. Così, la flessione del traffico dei veicoli pesanti che tra il 4 e il 10 maggio era ancora del -28% rispetto al 2019 sulle tangenziali milanesi, tra il 18 e il 24 del mese si è riassorbita al -17”. La situazione, però, rimane grave e questo, secondo Assolombarda, “emerge chiaramente nel livello ancora basso della fiducia delle imprese a maggio”: soffrono tutti i settori, ma i più colpiti restano i servizi. Sulla possibilità di pieno recupero nei prossimi mesi, occorre considerare che nel manifatturiero le attese nel breve termine sugli ordini, sia interni sia esteri, restano molto negative e che le scorte di prodotti finiti nei magazzini sono in accumulo in molti settori: entrambi i fattori pesano sulla velocità della ripartenza avviata.