La storia di Userbot, start-up di Milano che rivoluziona il customer care per aziende, shop e servizi
Mentre a Singapore si sperimentano “cani-robot” per evitare assembramenti nei parchi, una parte dei grandi nomi dell’intelligenza artificiale in Italia intraprende nuovi percorsi, mettendosi a disposizione del Paese. Come? Innovando il customer care, e cioè l’assistenza, grazie a chatbot all’avanguardia e ipertecnologici non solo capaci di supportare infiniti utenti contemporaneamente, ma anche di imparare dal sistema domanda/risposta, arricchendo quotidianamente il suo vocabolario di sinonimi, locuzioni,frasi,costruzioni. È quello che fa, per esempio, Userbot, start-up del settore con sede a Milano: la loro non è solo una storia di lavoro giovanile, ma anche e soprattutto di ripresa. Per tutti: sì, perché il chatbot inventato da questo team è pensato proprio per ogni settore. Per i brand e i loro negozi (virtuali e non), ma potenzialmente anche per istituzioni e servizi, dalle informazioni sullo sportello anagraficoperundocumentoaquellepercapirecomeprenotareunavisita,passando per chiarimenti e supporto per bollette e pagamenti di luce, gas eacqua.
Come si traduce, tutto ciò, in questa delicata fase di ripresa? Meno gente in coda, meno assembramenti, risposte più immediate direttamente da casa, niente più lunghe decine di minuti da trascorrere al telefono in attesa che un operatore risponda. Oppure, per le piccole e medie imprese o per le nascenti start-up che al momento non possono permettersi economicamente figure dedicate all’assistenza, un chatbot innovativo significa risparmio, in attesa di momenti più floridi che consentano assunzioni di personale specifico, ovviamente.
Supportare i cittadini nel loro quotidiano e le aziende nella loro ripresa: è in questa direzione che, a conti fatti, sta andando l’intelligenza artificiale in Italia. Lo conferma Antonio Giarrusso, Founder & CEO e Userbot, ma soprattutto esperto del settore: “È indubbio che l’intelligenza artificiale stia vivendo un successo senza precedenti: questo perché, anche e soprattutto in seguito al Coronavirus, le aziende si ritrovano a dover gestire sempre più conversazioni sui canali digitali, soprattutto in questo particolare periodo storico”. Tanto che, aggiunge il co-founder e CMO, Jacopo Paoletti, aziende e manager “ne stanno facendo una priorità nelle proprie scelte di investimento, soprattutto in ottica di innovazione e trasformazione digitale”.
Tpi