Comprare e vendere oggetti usati consente di risparmiare e di guadagnare qualche soldo, con il vantaggio di liberarsi di cose che non servono più e di evitare sprechi. Non per nulla si tratta di una pratica che si sta diffondendo sempre di più, che si tratti di arredamento, casalinghi, abbigliamento, accessori, elettronica o automobili. Una tendenza, questa, agevolata anche dai canali digitali che mettono in contatto la domanda e l’offerta in modo semplice e veloce.
Il mercato dell’usato. La sesta edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy condotto da BVA Doxa su un campione rappresentativo della popolazione italiana per Subito (piattaforma per vendere e comprare sul web) ha evidenziato che il valore generato dalla compravendita dell’usato nel 2019, nella Penisola, è di 24 miliardi di euro (+33% in 5 anni), in costante aumento grazie soprattutto all’online (+55% rispetto al 2015), che pesa 10,5 miliardi di euro, ovvero il 45% del totale.
Secondo la ricerca, un italiano su due ha venduto o comprato usato (il 66% almeno una volta ogni 6 mesi), 21 milioni l’hanno fatto nel 2019 e il 58% l’ha fatto online. I settori più importanti in termini di valore sono il mondo dei motori (11,9 miliardi di euro), casa e persona (5,5 miliardi di euro), l’elettronica (3,3 miliardi di euro), e l’ambito sport e hobby (2,7 miliardi di euro).
Guardando al futuro, per il 71% degli intervistati l’economia dell’usato è destinata a crescere ancora nei prossimi cinque anni, diventando sempre più una scelta consapevole ed ecologica (secondo il 48%), un ottimo strumento per risparmiare (per il 47%) e per rendere i consumi accessibili a più persone (per il 30%).
Il ruolo del digitale. In tutto ciò il digitale ha un ruolo di primo piano: all’online è dovuto il 70% della crescita assoluta anno su anno (700 milioni su un miliardo). Tra coloro che nel 2019 hanno acquistato o venduto oggetti di seconda mano, il 58% ha scelto di farlo sul web, canale privilegiato soprattutto per la velocità (77%), ma anche per l’accessibilità (44%), la semplicità e la comodità di utilizzo (38%) e la convenienza (34%).
Gli oggetti più comprati in rete sono nell’ambito casa e persona (73%), sport e hobby (63%), elettronica (57%) e veicoli (42%). Le categorie complessivamente più acquistate sono arredamento e casalinghi (36%), libri e riviste, informatica (parimenti al 30%), abbigliamento e accessori (26%).
Per quanto riguarda la vendita nei canali digitali, si tratta principalmente di oggetti nell’ambito casa e persona (64%), elettronica (48%), sport e hobby (45%) e veicoli (26%).
Risparmio e sostenibilità. I vantaggi di vendere e comprare cose di seconda mano sono diversi. Innanzitutto, c’è un aspetto ecologico: infatti, è una pratica che si posiziona al quarto posto tra i comportamenti sostenibili più diffusi degli italiani (49%), subito dopo la raccolta differenziata (95%), l’acquisto di lampadine a led (77%) e di prodotti a chilometro zero (56%). Non per nulla, in linea con quanto registrato lo scorso anno, continua a crescere l’importanza che viene data al valore della decisione di rivolgersi all’usato, perché porta vantaggi non solo a livello personale, ma anche ambientale e sociale: l’economia dell’usato è considerata sempre di più un’opzione sostenibile (44%), intelligente e attuale (40%), ma anche un modo per dare valore alle cose (37%).
Un altro vantaggio è poi il risparmio (per il 59%): scegliere l’usato è un modo per risparmiare per chi compra e di guadagnare per chi vende. Chi ha venduto usato nel 2019 ha ricavato mediamente 1.087 euro; in alcune aree del paese poi si registra un dato ancora più alto, come per esempio nelle Marche (1.493 euro), in Toscana (1.286 euro), in Sardegna (1.258 euro), in Lazio (1.179 euro) e in Veneto (1.159 euro).
Cresce, inoltre, la volontà di trovare pezzi unici o vintage (per il 51%) e di contribuire all’abbattimento degli sprechi e al benessere ambientale attraverso il riutilizzo (per il 48%). Il 33% di chi acquista usa l’oggetto e poi lo regala quando non serve più, il 19% lo colleziona e il 9% prova a rivenderlo.
Tra i motivi che spingono invece alla vendita, la prima è la necessità di liberarsi del superfluo (76%), mentre il 42% lo fa perché crede nel riuso ed è contro gli sprechi, il 37% per guadagnare e il 16% perché desidera reinvestire il guadagno per comprare qualcos’altro. Tra le occasioni che favoriscono la vendita ci sono l’inutilizzo prolungato (73%), la voglia di passare a un modello superiore (32%), i cambiamenti di tipo familiare (22%) oppure un trasloco (18%). Il guadagno della vendita viene per lo più conservato per l’economia di casa (47%), ma anche investito per acquistare altri oggetti di seconda mano (20%) oppure nuovi (17%).
Chi si rivolge all’usato. Le giovani famiglie (35-44 anni) sono le più propense a comprare o vendere cose di seconda mano (75%), con una preferenza per il canale online (47%), per risparmiare (67%), liberarsi di ciò che non si usa più (82%) e per guadagnare (46%), in vista dell’ampliamento della famiglia o di cambiamenti lavorativi. Emerge tuttavia una quota sopra la media che crede nel riuso e che è contro gli sprechi (56%), a conferma della sensibilità rispetto all’impatto ambientale.
Un altro gruppo attivo nella compravendita dell’usato sono i giovani nella fascia tra i 18 e i 24 anni (69%): si tratta nativi digitali per i quali il canale online è il preferito per vendere (83%) e comprare (72%). Per loro il motivo di acquisto principale è dato dalla possibilità di risparmiare (77%), ma considerano l’usato anche un modo intelligente di fare economia che rende molti oggetti più accessibili (58%); la vendita avviene invece per guadagnare (51%), ma anche per poter acquistare oggetti nuovi (15%) che normalmente non ci si potrebbe permettere.
Più attivi della media su questo fronte sono pure le persone tra i 55 e i 64 anni (64%), più sensibili all’aspetto ambientale, al riuso e alla lotta contro gli sprechi.
Le piattaforme online. Sono diverse le piattaforme digitali che mettono in contatto la domanda e l’offerta, consentendo di pubblicare inserzioni per vendere oggetti di seconda mano, che vanno dai mobili all’abbigliamento, dai prodotti di elettronica alle automobili. Per esempio c’è Subito, che presenta 6 milioni di annunci online ogni giorno, differenziati in 37 categorie merceologiche e per localizzazione geografica, e 13 milioni di utenti unici al mese.
Poi c’è eBay, su cui è possibile mettere all’asta oggetti sia nuovi che usati e che conta in Italia oltre 5 milioni di acquirenti attivi e 35 mila venditori professionali. Un’altra opzione è Kijiji (di eBay), sito di annunci gratuito, su cui è possibile vendere oggetti usati.
Irene Greguoli Venini, ItaliaOggi Sette