Tutto è cominciato con i blocchi di cemento alle strade di accesso, poi i registri dei clienti per i commercianti, poi l’obbligo della mascherina in strada prima che lo decidesse anche la Regione Campania. Neppure la fine del lockdown disposta dal Governo nazionale ha fatto recedere il sindaco di Lauro, Antonio Bossone, dall’idea che una zona rossa, come il suo comune, anche se per un paio di settimane e con soli dieci casi conclamati d coronavirus, non possa tornare alla normalità o quasi come tutti gli altri comuni d’Italia. Pochi giorni fa ha fatto rimuovere tutte le panchine dalla piazza principale e da tutte le strade del paese per impedire assembramenti. Oggi invece ha emesso un’ordinanza per vietare di fumare e bere in strada. Neppure se si sta a più di un metro di distanza dagli amici, nemmeno se si è en plain air, e men che meno se ci si trova nel centro di Lauro. Non potendo intervenire sugli orari di somministrazione di bevande e chiusura dei locali, Bossone ha pensato di proibire ai giovani, ma anche agli anziani, qualunque motivo per stare insieme anche fuori da un locale o da un qualunque spazio privato. La ragione non dichiarata di tante restrizioni è la speranza che il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca si convinca a disporre lo screening sierologico a tappeto anche per il comune di Lauro, come è accaduto per Ariano Irpino. Il timore che in giro ci siano persone positive al Covid 19 ma asintomatica per il sindaco è forte e non infondato.