Rughe che lasciano esposti pezzi di manto roccioso sulla faccia visibile della Luna rivelerebbero movimenti iniziati tempo fa e non ancora finiti.
Alcune “ferite fresche” visibili sulla faccia vicina della Luna sembrerebbero il risultato di una recente attività tettonica, eco di un antico impatto celeste dal quale il nostro satellite non si è ancora del tutto ristabilito. Lavorando sui dati del Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA, un gruppo di scienziati della Brown University (USA) ha individuato un sistema di increspature attorno e all’interno dei mari lunari (le parti più scure visibili sulla Luna), alcune delle quali lasciano esposte parti di manto roccioso.
Poiché la superficie lunare è costantemente ricoperta di regolite, un materiale polveroso generato dal continuo impatto di micrometeoriti e dalla disgregazione delle rocce superficiali, trovare parti di roccia esposta può essere un indizio di una recente attività geologica.
«I blocchi esposti sulla superficie hanno una vita relativamente breve perché la regolite si accumula di continuo» spiega il Professor Peter Schultz, tra gli autori. «Per questo motivo, quando li vediamo, deve esserci una qualche spiegazione su come e perché siano rimasti scoperti in certi luoghi». I ricercatori hanno sfruttato lo strumento Diviner del LRO, che misura la temperatura della superficie lunare. Proprio come l’asfalto cittadino trattiene più a lungo il calore rispetto al terriccio, le parti di roccia esposta restano più calde durante la notte lunare, rispetto a quelle ricoperte da regolite. Sono così emerse più di 500 zone di roccia lunare scoperta distribuita lungo sottili creste che solcano i mari lunari.
Il team ha inoltre trovato una correlazione tra le creste appena individuate e una serie di antiche fratture nella crosta lunare in seguito riempite da intrusioni di magma, scoperte nel 2014 dalla missione della NASA GRAIL. In corrispondenza di queste creste si registrerebbe ancora un movimento verso l’alto, una spinta che rompe la superficie e fa scivolare di lato la regolite, lasciando la roccia esposta.
Questo sistema, che in gergo tecnico è chiamato ANTS (Active Nearside Tectonic System), potrebbe essere in atto ancora oggi, ma le sue origini sono molto antiche: si pensa sia stato innescato dallo schianto, sul Polo Sud lunare, di un corpo celeste di 200 km di diametro, avvenuto 4,3 miliardi di anni fa, quando il nostro satellite si era formato da poche centinaia di milioni di anni. L’impatto creò il Bacino Aitken, il più grande cratere del Sistema Solare, e scosse l’interno della Luna. Le prime fratture furono riempite da magma, ma alcuni aggiustamenti di quel “terremoto” potrebbero essere in corso ancora oggi.