“Siamo delusi e preoccupati per gli interventi previsti a favore del turismo. Delusi per le misure inserite nelle bozze del Dl Rilancio del Governo Conte. E preoccupati per lo stop che potrebbero avere gli interventi approvati nella finanziaria regionale. Ad oggi non ci sono le condizioni per ripartire. Un’impresa su 3 rischia di non farcela”. Così Vittorio Messina, Presidente di Confesercenti Sicilia e Assoturismo Confesercenti, rilancia l’allarme del settore turismo sull’Isola, da cui dipende il 15 per cento del Pil regionale e preannuncia forme eclatanti di protesta. “I giorni passano senza che alle imprese sia arrivato il minimo aiuto. La detrazione di 500 euro sul credito d’imposta prevista nelle bozze del DL Rilancio, è un intervento a pioggia dall’entità e dal respiro corto che non aiuta chi oggi è senza liquidità, la dotazione del fondo turismo è irrisoria e anche il bonus vacanze è sotto le aspettative. Se poi consideriamo le misure previste a sostegno della filiera del turismo in Finanziaria regionale, al momento sono tutte appese a un filo, alla possibilità e volontà del governo nazionale di destinare i fondi del Poc per il rilancio”, spiega Messina. Intanto, il conto della crisi sale: un recente studio condotto da Cerved stima che, laddove il lockdown dovesse cessare a giugno, le imprese in Sicilia registrerebbero una perdita del proprio volume di affari pari a 6 miliardi di euro, perdite che raggiungerebbero il valore di 11 miliardi di euro nel caso in cui la chiusura delle attività dovesse perdurare fino settembre. “Non c’è più tempo, senza un sostegno mirato, il turismo non può farcela”, continua Messina. “Le imprese rischiano di implodere, con effetti drammatici per tutti: a rischio ci sono migliaia di attività e posti di lavoro. Servono provvedimenti che siano di immediata esigibilità per i soggetti beneficiari, senza eccessivi passaggi burocratici”. Ad essere insoddisfatta è tutta la filiera: agenzie di viaggio, tour operator incoming, stabilimenti balneari, guide turistiche, alberghi, campeggi, strutture ricettive extralberghiere, noleggiatori, bus e autovetture con conducente, bar e ristoranti. A mancare, secondo Confesercenti Sicilia, sono “tempi e protocolli chiari che indichino le regole nel rispetto delle quali sarà possibile riaprire. Finora le ipotesi trapelate sui giornali, in molti casi, renderebbero diseconomico riavviare le attività”.