In Romagna sarà ‘movida’ anche quest’estate? Gli operatori non vogliono rinunciare a dire di sì, seppur con formule diverse. Un esempio arriva da Cervia, nel Ravennate, dove un imprenditore del divertimento è deciso a reinventarsi per lavorare anche ai tempi del coronavirus. “Saremo tra gli ultimi a riaprire – dice Maicol Ucci, gestore di una nota discoteca cervese – e quindi abbiamo fatto un ragionamento su come poter utilizzare i nostri spazi ipotizzando la nascita di un cinema drive-in all’aperto al posto del parcheggio”. Molte discoteche romagnole stanno pensando intanto di trasformarsi in lounge bar con musica dal vivo, mentre Gianni Indino, presidente del Sindacato Italiano dei locali da ballo dell’Emilia-Romagna, chiede “di poter far aprire entro luglio, senza piste per garantire il distanziamento, potenziando l’offerta ristorativa nonché gli spettacoli con l’intrattenimento, il tutto con ingressi contingentati e nella massima sicurezza. La situazione per noi è drammatica. Il rischio – aggiunge – è che nascano feste abusive fuori controllo in case, pinete o fabbriche abbandonate. I ragazzi non andranno mai a letto alle 21”.
Nel solo Riminese sono ben 45 le strutture, tra dancing, balere e discoteche, chiuse senza una prospettiva tra cui il Cocoricò: la storica ‘Piramide’ di Riccione, dopo corposi lavori, doveva riaccendersi a Pasqua con la nuova proprietà ma tutto si è congelato.
“La natura dei nostri locali è quella di favorire gli incontri, ridurre le distanze – aggiunge Indino – si tratta di uno snaturamento che ci auguriamo duri il meno tempo possibile”.
Ma una sorta di movida in Romagna quindi ci sarà: “ci stiamo attrezzando per un’offerta allettante e alternativa – sottolinea Indino – molti locali hanno spazi esterni in cui il distanziamento si potrà fare con relativa facilità ma sempre con un numero minore di avventori”. E i locali dove si fa ballo di coppia? “Molto complicato”, commenta il presidente locale del Silb, quasi a suonare il ‘de profundis’, almeno temporaneo, del liscio romagnolo.