Delle 2800 emendamenti, molti sono state giudicati “non strettamente attinenti alle materie oggetto del decreto-legge.
Niente da fare per molte proposte emendative presentate da maggioranza e opposizione al dl liquidità nel corso dell’esame in commissione Bilancio alla Camera, cadute sotto il vaglio dell’ammissibilità.
Delle 2800 proposte emendative, molte sono state giudicate “non strettamente attinenti alle materie oggetto del decreto-legge. A tal fine, la materia delle proposte emendative deve essere valutata con riferimento ‘ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall’intervento normativo’.
LE PROPOSTE BOCCIATE
Tra le proposte di modifica che non hanno passato l’esame ci sono:
Marino (1.012) che chiedeva la proroga fino al 2022 le misure di cui ai commi 219-223 della legge n. 160/2019 (Bonus facciate); Lucaselli (5.04), che prorogava l’entrata in vigore delle c.d. “plastic tax” e “sugar tax”; Fiorini (12.09), che estendeva il superammortamento agli interventi per mitigazione del rischio sismico degli immobili a destinazione produttiva e commerciale.
E ancora, non vedranno la luce gli emendamenti De Lorenzis (12.014), che istituisce un fondo destinato a interventi infrastrutturali dei comuni nel settore ciclopedonale. E due di Prestigiacomo: il 13.035 che dispone l’abrogazione della cd. “Sugar tax2 (articolo 1, commi 661-676, della legge di bilancio 2020), e il 13.036 che dispone l’abrogazione della cd. “plastic tax” (articolo 1, commi 634-652 della legge di bilancio 2020). Stesso discorso per la proposta di modifica Patassini (14.0119) sempre sulla sospensione della cd. sugar tax.
Niente da fare nemmeno per l’emendamento Gava (14.0124), che dispone una disciplina organica in materia di attività di gestione dei rifiuti. E Caretta (18.0120) che sospende gli oneri generali di sistema.
Bocciati anche una serie di proposte del Dem Benamati: il 26.011, che puntava ad accelerare lo sviluppo della mobilità elettrica semplificando la realizzazione di centraline di ricarica; il 26.012, che recava semplificazioni fiscali in materia di microcogenerazione; il 26.013, che recava semplificazioni nel settore della ricerca e della coltivazione a scopi energetici delle risorse geotermiche; il 26.014, in materia di efficienza energetica, che modifica la disciplina sui certificati bianchi; il 26.015, in materia di credito d’imposta per il teleriscaldamento; il 26.016, che contiene disposizioni per gli impianti di produzione di energia elettrica parzialmente riconvertiti alla produzione di biometano avanzato; il 26.017, che riguardava gli incentivi per le fonti di energia rinnovabile diverse dal fotovoltaico; ik 26.018, che reca semplificazioni autorizzative per consentire il rinnovamento degli impianti eolici; il 26.019, in materia di procedimento di autorizzazione unica per la realizzazione di nuovi impianti idroelettrici; il 26.020, che integra la normativa dell’incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili al fine di garantire una maggiore concorrenza e partecipazione alle procedure di allocazione degli incentivi, in particolare per quanto concerne gli impianti fotovoltaici realizzati su aree degradate, sebbene classificate ancora agricole dai vigenti strumenti urbanistici; il 26.021, che reca disposizioni finalizzate a rimuovere gli ostacoli all’ammodernamento di impianti fotovoltaici esistenti; e il 26.022, che reca semplificazioni delle autorizzazioni per gli interventi di riqualificazione e rifacimento degli impianti fotovoltaici esistenti.
A cadere sotto la scure dell’ammissibilità anche gli emendamenti Gelmini 35.095, che reca disposizioni in materia di ecobonus ed ecomalus e il 35.097, che per il sostegno alla mobilità delle imprese prevede di riallineare il trattamento fiscale delle imprese italiane che si avvalgono di auto aziendali a quello dei principali Paesi europei. Infine, la proposta Lucchini (37.8), che proroga alcuni termini relativi ai contributi dei comuni per investimenti destinati ad opere pubbliche in materia di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile, assegnati dalla legge di bilancio 2020 (art. 1, co. 29-37).
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