Una perdita di 50 milioni di euro stimata tra marzo e aprile per la solo città di Napoli, di cui 3,5 milioni solo per le festività pasquali, rispetto agli stessi periodi dello scorso anno. Sul territorio campano, invece, si prevede una riduzione di entrate per centinaia di milioni di euro. Dall’inizio dell’emergenza coronavirus, i numeri relativi al turismo, in particolare al comparto della ricezione, danno l’idea di un imminente tracollo del settore. Le 150 strutture alberghiere del capoluogo campano sono quasi tutte chiuse, tranne una decina che si sono offerte di ospitare personale sanitario e forze dell’ordine. Nel 2019 Napoli aveva fatto registrare 3,7 milioni di presenze, con una crescita pari al 13,6% rispetto all’anno precedente. Un trend in costante aumento nell’ultimo decennio. Proprio la Pasqua ha rappresentato, fino allo scorso anno, l’inizio del boom che si sarebbe poi consolidato con l’avvio della stagione estiva. Negli ultimi quattro anni la percentuale di occupazione delle camere a Pasqua si è avvicinata al 90%. Discorso analogo per le località turistiche della Penisola sorrentina che rientrano nell’area della città metropolitana di Napoli, da Sorrento a Meta, da Massa Lubrense a Castellammare di Stabia. In questa zona, rispetto all’inizio della primavera 2019, il calo è stato del 90%, percentuale che sale al 100% per il weekend di Pasqua. “Il governo deve dichiarare al più presto lo stato di crisi per il settore turistico – sottolinea il presidente regionale di Federalberghi, Costanzo Iaccarino – perché questo è uno dei settori più colpiti ed è quello che ripartirà più lentamente, in quanto la gente avrà bisogno di un tempo psicologico per riabituarsi all’idea di spostarsi e viaggiare. Siamo anche un settore sul quale c’è grande incertezza sulle modalità della ripartenza”. Situazione altrettanto drammatica per case vacanza e b&b, che rappresentano il primo settore ricettivo extralberghiero e che contribuiscono per il 14% al Pil nazionale. A Pasqua 2019 le strutture di Napoli e della provincia erano piene per l’85%, con una forte presenza di turisti stranieri; oggi si registra una chiusura totale, anche qui con rare eccezioni per il personale medico. “Se calcoliamo una media di 80 euro a notte per una stanza doppia a Napoli – spiega il presidente regionale dell’Associazione B&B e affittacamere, Agostino Ingenito – e ipotizziamo una permanenza di tre notti per Pasqua, moltiplicando questa cifra per le 7mila strutture presenti in città, abbiamo una perdita di circa 1,7 milioni, quasi 3 milioni per le 12mila strutture della Campania”. Senza dimenticare tutto ciò che ruota intorno alla ricezione e che contribuisce all’economia del territorio, dalla ristorazione ai siti culturali. Per consentire ai proprietari di recuperare un po’ di liquidità, in molti si stanno organizzando offrendo on line dei voucher a prezzo scontato, da acquistare oggi e utilizzabili dal momento della riapertura per tutto il 2021.