Il presidente americano Trump ha firmato una delibera che consente ad aziende pubbliche e private di sfruttare la Luna e altri corpi celesti che saranno esplorati in futuro.
Ghiaccio d’acqua, regolite (la polvere lunare) e altri elementi che si trovano sulla Luna potranno essere sfruttati dagli americani quando, a partire dal 2024, ritorneranno sul nostro satellite naturale per stabilirsi con una base permanente. È quanto stabilisce una delibera, firmata dal presidente americano Trump, che dà il via alla possibilità di sfruttare le risorse della Luna e di altri corpi celesti (soprattutto asteroidi) indipendentemente dalla volontà di altri Paesi. L’ordine esecutivo si chiama Executive Order On Encouraging International Support for the Recovery and Use of Space Resources e stabilisce la politica degli Stati Uniti sullo sfruttamento delle risorse extraterrestri.
Ma davvero gli USA possono farlo? Sembrerebbe di sì. Se da un lato, infatti, essi hanno aderito al Trattato sullo Spazio Extra Atmosferico del 1967 – firmato da oltre 100 Paesi, consente l’utilizzo delle risorse extraterrestri, ma vieta di colonizzare i corpi celesti o di utilizzarli per scopi militari – dall’altro non hanno mai ratificato un altro documento strategico, il Trattato sulla Luna del 1979, che oltre a sottolineare quanto già fissato dal primo trattato, stabilisce anche che “tutte le estrazioni e allocazioni di risorse siano svolte sotto regime internazionale”. In altre parole, questo secondo trattato (non ratificato dagli USA e da una decina di altri Paesi) sostiene che una nazione non può impossessarsi di risorse extraterrestri senza un accordo generale.
Il Congresso americano aveva già approvato nel 2015 una legge che permetteva agli Stati Uniti di sfruttare le risorse lunari e degli asteroidi per fini commerciali, sia che fossero società pubbliche sia che fossero aziende private a interessarsene. Quanto stabilito ora da Trump ribadisce ulteriormente che gli Stati Uniti si dedicheranno senza remore all’estrazione mineraria delle risorse presenti sulla Luna e su altri corpi celesti, senza richiedere permessi ad alcuno. È, se vogliamo, anche una sorta di monito nei confronti di tutti i Paesi della Terra che un domani fossero interessati allo sfruttamento della Luna.
Con il Progetto Artemis, voluto dallo stesso Presidente americano, gli USA vogliono portare la prima donna (e riportare l’uomo) sulla Luna entro il 2024 e costruire una base permanente per condurre le ricerche scientifiche sul nostro satellite e per avviare studi che, in un prossimo futuro, possano favorire l’estrazione di minerali utili sulla Terra. Nella costruzione della base lunare gli Stati Uniti, e gli altri Paesi che saranno coinvolti, dovranno fin da subito sfruttare il ghiaccio che si trova nei crateri del Polo Sud – dove verrà posta la base – e, poiché le quantità di ghiaccio non sono infinite, è possibile che a un certo punto qualche Paese possa chiedere di fermare tale sfruttamento. Nel frattempo dai collaboratori di Trump arriva la rassicurazione: questo provvedimento, dicono, avrebbe il solo scopo di incoraggiare lo sviluppo commerciale dello Spazio.
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