Remo Ruffini (nella foto), il presidente a. d. di Moncler, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Una video intervista, per la precisione, realizzata con il mezzo social più à la page di questi strani giorni, ossia Instagram che permette di poter fare dirette ormai divenute mitiche: vip di tutte le parti del mondo si confrontano con Instagram e realizzano dirette molto seguite dai fan. L’intervista verteva sull’argomento clou del periodo, il tremendo coronavirus che sta sconvolgendo le vite degli abitanti del pianeta. Un problema che il manager ha sentito fin da subito: è stato, uno dei primi a chiudere azienda e boutique, perché considera preminente la salute dei suoi collaboratori. Durante l’intervista, Ruffini ha commentato il difficile periodo che sta vivendo la sua Lombardia: “Per noi lombardi è una situazione unica nel mondo, forse solo New York sta vivendo una situazione sanitaria così grave cui farà seguito l’incertezza economica che potrebbe essere altrettanto drammatica. Da soli non possiamo farcela, il sistema deve essere molto snello, senza burocrazia e molto veloce. L’aiuto deve essere immediato altrimenti non dà alcun tipo di vantaggio”. Ha espresso anche un parere sulla manovra che reputa consistente. Per Ruffini “bisogna agire in tempi brevissimi con aiuti consistenti per tutti: partite iva, imprenditori, artigiani”. E la ripartenza “deve essere il più presto possibile, ma anche il più sicura possibile perché non possiamo rischiare di tornare in questa situazione”. Nel corso dell’intervista, Ruffini ha riflettuto sulle conseguenze del coronavirus, che ha distrutto il settore del turismo, mettendo in difficoltà anche il mondo della modo: “Nel mondo del lusso le persone che viaggiano coprono il 40% del fatturato. Sarà difficilissimo per il mercato europeo che ha sempre vissuto molto del turismo, magari meno per la Cina. Il custom relation management sarà stravolto, bisogna tener presente e curare anche il cliente locale. L’anno scorso Milano ha avuto quasi 1 milione di turisti al mese, quando riapriremo non ci saranno più”. Ruffini guarda già al futuro e alla prossima campagna vendita dove ipotizza l’utilizzo di presentazioni digitali, ma avverte che la tecnologia per quanto fondamentale non basta perché “Il 3D sta aiutando moltissimo, ma la sarta che sdifetta è essenziale. Benissimo lo smart workiing, ma per tante funzioni serve la manualità, non possiamo stare troppo in questa situazione”.